“Percorsi culturali sostenibili nel Mendrisiotto”

PUNTI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO

1. Pesa pubblica Ligornetto
Vincenzo Vela nel 1855 donò al suo Comune di origine una statua in pietra arenaria de “La Giustizia” affinché venisse collocata sulla pesa pubblica. L’allegoria, collocata su una base esagonale e caratterizzata dagli attributi tradizionali – la bilancia e la spada –, evoca gli ideali di libertà e di giustizia sociale difesi dallo stesso artista.

2. Fontana – Lavatoio Ligornetto
La fontana, un tempo utilizzata anche come lavatoio, è ornata con una scultura in pietra raffigurante un cane eseguita da Lorenzo Vela (1812–1897), fratello di Vincenzo e apprezzato scultore ornatista e animalier.

3. Prima Casa Comunale, lavatoio pubblico e fontana Ligornetto
Sulla facciata è collocata una lapide commemorativa in onore di Vincenzo Vela e di suo figlio Spartaco – generosi benefattori della comunità locale – realizzata da Cesare Realini e Luigi Piffaretti nel 1889. Sotto l’arcata dell’edificio si trova il lavatoio pubblico, mentre all’angolo della casa vi è una fontana sormontata da un mascherone in pietra raffigurante una divinità fluviale, opera di Vincenzo Vela.

4. Casa Pessina Ligornetto
L’abitazione dello scultore, pittore, scrittore e politico Apollonio Pessina (1879-1958) è oggi sede di un museo che presenta un allestimento delle sue più significative sculture e ospita regolarmente esposizioni volte a valorizzare la produzione fotografica di artistiche vivono in Ticino o che hanno un legame diretto con la regione

5. Cimitero Ligornetto
Il Monumento funebre in memoria dello scultore Vincenzo Vela, deceduto nel 1891, fu progettato nel 1893 da Augusto Guidini e realizzato da Michelangelo Molinari, Alessandro Rossi, Luigi Piffaretti, Giovanni Vela e Gottardo Induni. Il monumento costituisce uno straordinario esempio di tomba istoriata. La statua giacente del defunto è vegliata da una copia del suo “Ecce Homo” e arricchita da un trofeo con riferimenti massonici e attributi tipici dell’arte scultoria.

 6. Cimitero Rancate
La Cappella centrale del cimitero è affrescata da Antonio Rinaldi (1816–1875) con le Anime purganti, un esempio tipico della sua produzione religiosa. Rinaldi, originario di Tremona, è l’artista più importante della sua generazione nel Ticino, aperto alle varie correnti del suo tempo, milanesi ma anche bergamasche. Ha affrescato numerose chiese e cappelle, soprattutto nel Mendrisiotto. La maggior parte dei suoi dipinti e disegni (ritratti, paesaggi, scene di genere e religiose) è conservata dalla Pinacoteca Züst e rappresentano il primo nucleo della collezione di Giovanni Züst.

7. Casa Croci Mendrisio
Questo singolare edificio, realizzato dall’architetto Antonio Croci (1823–1884) nel 1858, ospita un allestimento permanente dei più pregiati e antichi Trasparenti appartenenti alla Collezione della città di Mendrisio.

8. Chiesa di Santa Maria in Borgo Mendrisio
La fondazione di questa chiesa situata nella parte più antica del nucleo di Mendrisio risale all’epoca romanica, come risulta ancora leggibile in parte delle strutture del campanile. All’interno la cappella dedicata a San Carlo realizzata nel XVII secolo presenta pregevoli stucchi e un’inusuale cupola a pianta ellittica.

9. Palazzo Turconi Mendrisio
Dal 1860 fu storica sede dell’Ospedale della Beata Vergine, eretto su progetto dell’architetto ticinese Luigi Fontana (1812– 877) grazie al lascito del conte Alfonso Turconi, uomo di cultura, politico e filantropo milanese. Una statua a lui dedicata è situata al centro della corte interna, realizzata nel 1868 da Vincenzo Vela. Dal 1996 ospita le attività didattiche dell’Accademia di architettura dell’USI e, dal 2021, la nuova sede della Biblioteca dell’Accademia, che custodisce una delle più straordinarie collezioni librarie d’arte e architettura della Svizzera.

10. Villa Argentina e parco Mendrisio
Villa Argentina fu edificata nel 1872 su progetto del locale architetto Antonio Croci (1823–1884) e su mandato della famiglia Bernasconi di Coldrerio, dopo il loro rientro in Ticino dall’Argentina dove si erano trasferiti per attività commerciali. Oggi è sede della direzione e dell’amministrazione dell’Accademia di architettura. La villa è immersa in un parco comunale tra i più belli della regione.

11. Cortile Aquilone Mendrisio
Il rudere di un edificio rurale dismesso, alle spalle del parco di Villa Argentina, è stato rigenerato e trasformato in uno spazio ricreativo pubblico grazie al lavoro delle studentesse e degli studenti dell’Accademia di architettura che, sotto la guida dell’architetto e docente dell’USI Giacomo Borella, hanno partecipato attivamente all’intero processo di trasformazione, dal progetto fino alla sua realizzazione, riutilizzando materiali di recupero secondo approccio di consapevole sostenibilità, in un felice bilancio tra scelte costruttive e uso delle risorse disponibili.

12. Chiesa di San Sisinio alla Torre Mendrisio
Sorto in epoca medievale e successivamente rimaneggiato fino alla fine dell’Ottocento, l’edificio presenta una facciata neogotica su cui è visibile un affresco realizzato dall’artista ticinese Antonio Rinaldi (1816–1875) nel 1865 e rappresentante San Sisinio, che indossa la dalmatica e spalanca le braccia in atto di orazione, oggi in cattive condizioni di conservazione. Un altro affresco del Rinaldi (Angelo della Resurrezione) si trova nel vecchio cimitero. Un prestigioso polittico dedicato al martire titolare della chiesa fu realizzato per l’altare maggiore nel primo Cinquecento da Bernardino Luini. La pala d’altare fu poi venduta alla fine del Settecento e sostituita da quella di Giovanni Battista Bagutti tuttora in situ.

13. Cinema Teatro Chiasso
In seguito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Chiasso venne demolito (1934) il locale dei divertimenti denominato Politeama, che era attiguo all’antico edificio religioso, un gruppo di cittadini si organizzarono per realizzare il Cinema Teatro. Il progetto fu affidato al noto architetto Americo Marazzi (1879-1963) che adottò la moderna tipologia di cinema-teatro con chiari riferimenti alla corrente Novecento. L’edificio venne inaugurato nel dicembre 1935 con una proiezione filmica a cui seguì nel gennaio 1936 l’apertura della stagione teatrale con “La Traviata” di Verdi e divenne, anche grazie ai suoi 530 posti a sedere e ad un’ottima acustica, uno dei luoghi di spettacolo e d’incontro più importanti del Cantone Ticino. La facciata è rivestita in pietra artificiale, tipo travertino, presenta stilemi monumentali conferiti dalle due lunghe finestre a doppia altezza, dalla partitura a lesene e dal timpano che la conclude.
Tutta la decorazione interna fu affidata al pittore chiassese Carlo Basilico (1895-1966) che dipinse ad “effetto atmosferico” il grande plafone con motivi geometrici a colori onirici che interpretano un cielo da sogno ad effetto flou. L’artista eseguì poi anche il murales sulla torre scenica in forma libera di rèclame – verso la strada principale – ammiccando al concetto del “teatro magico” elaborato da  Depero, Marinetti e De Angelis che era molto in voga a Milano in quegli anni. Il Cinema Teatro di Chiasso, recentemente ristrutturato, costituisce uno dei rari esempi di tipologia di “sala atmosferica” nella sua completa articolazione fra concezione ed esecuzione architettonico-decorativa.

14. Biblioteca comunale Chiasso
Situata in un villino d’inizio Novecento, donato al Comune dai coniugi Amelia e Enrico Ginella Camponovo, l’edificio presenta una tipica struttura in stile eclettico con torretta a finestre a bifora e cimasa a fasce bicromatiche. Dal 2016 la struttura – afferente al Centro Culturale Chiasso – è entrata a far parte del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) quale biblioteca generalista e sede specializzata in grafica, design e comunicazione visiva, inoltre conserva una delle collezioni di ex-libris più importanti della Svizzera.

15. Piazza Bernasconi Chiasso
Su Piazza Bernasconi si affacciano gli edifici del Municipio vecchio (1850) dell’architetto Luigi Fontana con intervento successivo di Isidoro Spinelli (oggi sede AGE), del Municipio nuovo (1892) dell’architetto Demetrio Tarchini sede attuale del Comune, la nuova Chiesa parrocchiale di San Vitale (1935) dell’architetto Aristide Conti e il nuovo complesso dell’UBS eretto sul sito della storica Villa Soldini (1854). Dedicata al colonnello Costantino Bernasconi (1820-1902), già sindaco della città di confine, la piazza ha una conformazione contemporanea realizzata nel 1984 su progetto degli architetti Alberto Camenzind e Bruno Brocchi.

16. Palazzo Züst & Bachmeier Chiasso
Fu primo edificio liberty a Chiasso, presenta una facciata con ricco cimiero decorativo, telamoni, ghirlande, balconcini e coronamenti alle aperture. Fu commissionato nel 1905 dai fratelli Felix, con la funzione di albergo e progettato dall’architetto Carlo Brambilla (1868–1951). Dal 1911 è sede della ditta di trasporti Züst&Bachmeier fondata da Giovanni Züst (Basilea 1887 – Rancate 1976), imprenditore, collezionista e filantropo che nel 1966 donò al Cantone Ticino la sua raccolta di dipinti d’arte ticinese dal Seicento all’Ottocento dando vita alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst con sede a Rancate.

17. Stazione Chiasso
La Stazione Ferroviaria di Chiasso fu ufficialmente elevata a rango “internazionale” nel 1874 con una convenzione sancita fra la Svizzera e l’Italia, ma la sua primigenia struttura in legno sorse già con l’arrivo della strada ferrata. A seguito dei grandi traffici e delle conseguenti aumentate necessità di spazio, nel 1932 venne inaugurato il nuovo edificio realizzato dall’arch. Arnoldo Ziegler (1883–1931) che presenta una monumentale facciata scandita in tre corpi, rivestita in granito di Osogna e lunga ben 146 metri.
Nell’atrio furono realizzate su concorso federale due opere d’arte che ben interpretano la vocazione di città di confine di Chiasso: al centro la scultura intitolata “Italia e Svizzera” (1933), dell’artista  Margherita Osswald-Toppi (1897–1971) che rappresenta due figure femminili ignude con il braccio dell’una posato sulla spalla dell’altra a simboleggiare le due terre amiche; opera che inizialmente suscitò scandalo per il suo ardire. Sulla parete di fondo vi è invece il grande murales di Pietro Chiesa (1876–1959) intitolato  “L’emigrante” (1933–34), che ritrae un giovane uomo che abbandona la famiglia e il villaggio natio per cercare lavoro altrove. Nel festeggiare i 150 anni della Stazione Ferroviaria Internazionale di Chiasso le opere sono state restaurate e l’intero complesso architettonico ristrutturato.