LE MOSTRE
- Tutte le mostre
- m.a.x. museo
- Museo d'arte Mendrisio
- Museo Vincenzo Vela
- Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
- Teatro dell'architettura Mendrisio
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COLLEZIONE PRINCIPALE
Museo Vincenzo Vela
Il Museo Vincenzo Vela appartiene al novero delle più importanti case d’artista dell’Ottocento europeo. Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela (1820-91) all’apice della sua carriera e trasformata in museo pubblico dopo la sua donazione allo Stato elvetico, accanto alla gipsoteca monumentale di Vincenzo Vela, il museo conserva i lasciti dello scultore Lorenzo Vela (1812-97) e del pittore Spartaco Vela (1854-95), una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.
Arte e storia dell’Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d’arte totale. Ristrutturato interamente dall’architetto Mario Botta, il museo è ubicato ai piedi del Monte San Giorgio (patrimonio Unesco per l’umanità), a 500 m dal confine con l’Italia. Vi vengono organizzate regolarmente delle mostre temporanee.
Mostra permanente. Orari
martedì – venerdì
10.00 – 17.00 (gennaio – maggio)
10.00 – 18.00 (giugno – settembre)
10.00 – 17.00 (ottobre – novembre) sabato e domenica
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. >>> Informazioni su aperture e chiusure speciali![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/03/trasparenti-00-2.jpg)
MUSEO DEL TRASPARENTE
Museo d’arte Mendrisio
I Trasparenti I “trasparenti” sono apparati effimeri connessi con le Processioni storiche di Mendrisio della Settimana Santa, documentate almeno dal XVII secolo. I primi grandi “archi luminosi” o “fanali” appesi sulle strade compaiono invece, come afferma in una lettera don Ambrogio Torriani, solo nel 1791. Quasi sicuramente fu il frate servita Antonio Maria Baroffio (1732-1798) del convento di San Giovanni a introdurre questa tradizione. Benché i “trasparenti” fossero da subito gestiti dai Servi di Maria e conservati nel Convento, furono sempre pagati da privati cittadini e, a partire dal 1794, anche dall’autorità municipale di Mendrisio, alla quale inoltre spettava il compito di organizzare il loro allestimento. Dalla soppressione del Convento nel 1852, fino ad oggi, il Comune di Mendrisio in qualità di proprietario di quasi tutte le opere – alcune delle quali ricevute successivamente in donazione dalle famiglie che li avevano commissionati – si è sempre preso carico di presentarli nelle strade del Borgo in occasione delle processioni della Settimana Santa. Tra il 1791 e il 1792 fu completata la prima serie delle così dette “porte”: lo stile evidente, le scritte e le date dipinte su alcuni telai, indicano in Giovanni Battista Bagutti di Rovio (1742-1823) l’autore, forse, di tutta la prima serie originale. Ciascuna facciata presentava una scena centrale affiancata da due figure di profeti, i cui testi erano collegati al soggetto rappresentato. Oltre alle scene della Passione di Cristo vi erano illustrati almeno due episodi della “Passione di Maria”. Negli stessi anni egli firma e data anche il gruppo delle 4 “lesene” sulla facciata di San Giovanni e la serie di 6 “vele” per la facciata del Convento di San Giovanni. Inoltre sono a lui attribuibili anche il “cartellone” sopra la porta della chiesa, l’arco con angioletti, i 4 “tempietti” con Profeti, e 4 serie di lampioni. Le prime opere documentate dopo quelle del Bagutti, sono una serie di 12 “fanali” che il Comune di Mendrisio paga nel 1838 ad Augusto Catenazzi, da collocarsi su “pali” lungo l’attuale Corso bello. Scomparsi, o non più identificabili quelli, nel 1949 un’analoga commissione incarica Mario Gilardi di eseguire altrettante “lanterne fisse” da collocare nel viale alberato che conduce alla chiesa di San Francesco dei cappuccini, all’estremità sud del percorso processionale. Tour virtuale delle processioni storiche Casa Croci L’architetto Antonio Croci (1823-1884) studiò architettura all’Accademia delle Belle Arti di Milano, dove si distinse vincendo il primo premio di un concorso in “Invenzione architettonica”.
Visse a lungo in Turchia, dove lavorò per la corte di Costantinopoli. Di lui e del suo lavoro ancora non si hanno molte certezze: l’archivio con i piani dei suoi studi, custodito da una lontana parente in quanto il Croci restò scapolo e non ebbe eredi diretti, fu mandato al macero; è quasi certo che abbia lavorato a più riprese per il Barone russo Von der Wies in particolare per la costruzione del castello di Valrose a Nizza terminato nel 1869; si occupò tra il 1861 e il 1865 della ristrutturazione della chiesa di San Giorgio a Ernen e della chiesa di Lax, sempre in Vallese nel 1874. L’anno successivo collaborò con Vincenzo Vela (scultore 1820-1891) al monumento equestre dedicato al Duca di Brunswick, mai realizzato, il cui modello è conservato al museo Vela di Ligornetto.
Dopo un lungo soggiorno in America Latina tra il 1871 e il 1872 a Buenos Aires, Antonio Croci venne incaricato dalla mendrisiense famiglia Bernasconi della realizzazione a Mendrisio di Villa Argentina.
Nel 1858 costruì a Mendrisio la propria abitazione (nota oggi come “Casa Croci”) sul pendio soleggiato chiamato Carlasch (ancora oggi si identifica con quel nome la stessa costruzione. Negli anni, altre costruzioni hanno assediato Casa Croci, originariamente solitaria, nascondendo pure lo stato di degrado cui era stata abbandonata. Fortunatamente, negli anni Settanta del secolo scorso si riscoprì il suo valore architettonico. Oggi, interamente e finemente ristrutturata, è integrata nel patrimonio del catalogo cantonale dei monumenti, ed è stata destinata a esposizioni temporanee.
Dal 2017 Casa Croci è sede del Museo del Trasparente e ospita una mostra permanente che consente di osservare da vicino, e durante tutto l’anno, i preziosi oggetti: al pianterreno una sezione è dedicata alle Processioni storiche e alla loro storia; al primo piano le varie tipologie che caratterizzano l’eccezionale apparato decorativo di “trasparenti”; al secondo piano una sezione dedicata ai problemi di esecuzione, conservazione e restauro. Tour virtuale del Museo del Trasparente Indirizzo
Casa Croci
Via Municipio
CH – 6850 Mendrisio Orari d’apertura
giovedì e sabato
14.00 – 18.00 Settimana Santa
da mercoledì a lunedì di Pasqua
10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 Giovedì e Venerdì Santo
10.00 – 20.30 Entrata gratuita![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/03/SYLVA-GALLI.png)
SYLVA GALLI (1919 – 1943) E LE ARTISTE DEL SUO TEMPO
Pinacoteca Züst
Mostra a cura di Mariangela Agliati Ruggia e Giulio Foletti, con la collaborazione di Alessandra Brambilla. L’esposizione si inserisce nel filone delle rassegne dedicate alle donne artiste, tema al quale la Pinacoteca ha sempre riservato un’attenzione particolare, e intende raccogliere le principali opere realizzate da Sylva Galli, restituendo un’immagine a tutto tondo del suo percorso e mettendola a confronto con altre presenze attive negli stessi anni. Sylva Galli, originaria di Bioggio, sviluppa la sua carriera artistica su un breve arco di tempo a causa della prematura scomparsa a soli 23 anni.
Dopo una formazione alle Scuole di disegno di Lugano, frequenta il Technicum di Friborgo e l’Akademie Wabel, una scuola privata di nudo e di paesaggio aperta nel 1939 a Zurigo nello studio di Henry Wabel (1889-1981), orientando così la sua pittura anche all’esterno del territorio ticinese.
I generi da lei trattati vanno dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi, agli interni, ai nudi, nei quali esprime una vena artistica già matura nonostante la giovane età.
Due sue opere sono conservate nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze; le altre, ad eccezione di alcuni pezzi importanti di proprietà del Museo d’arte della Svizzera italiana, sono custodite ancora oggi dai discendenti. Ad esse è affiancata una selezione di dipinti realizzati da altre pittrici del suo tempo quale complemento e utile confronto.
La scelta è ricaduta su coloro che si sono dedicate all’attività artistica tentando di farne una professione, muovendo da studi non solo da autodidatta e partecipando ad esposizioni: Anna Baumann-Kienast, Regina Conti, Rosetta Leins, Margherita Osswald-Toppi, Irma Giudici Russo, Anita Nespoli, Anita Spinelli, Mariangela Rossi, Irma Bernasconi-Pannes, Adelaide Borsa. A Germaine e Simonetta Chiesa, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Chiesa, viene dedicata un’apposita sezione. In collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia, Bellinzona. Inaugurazione
domenica 24 marzo 2024, 17.00 Periodo espositivo
26.03.2024 – 8.09.2024 Orari
marzo-giugno e settembre
da martedì a venerdì:
9-12 / 14-17
sabato, domenica e festivi:
10-12 / 14-17 luglio e agosto
14-17 Chiuso il lunedì.* * Aperture speciali
Lunedì 1 aprile 2024, Pasquetta
Lunedì 20 maggio 2024, Lunedì di Pentecoste Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 8.-![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/05/2_LoraLamm.jpg)
ARCHIVI GRAFICI: Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto
m.a.x. museo
Mostra a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini L’esposizione presenta una selezione di circa 300 opere custodite negli importanti archivi grafici del Centro Culturale Chiasso. L’Archivio si è composto nel corso di questi anni grazie a lasciti di artisti, graphic designer svizzeri e italiani di fama internazionale, oltre che tramite acquisizioni di opere d’arte effettuate da amanti dell’arte e filantropi, nonché dall’associazione Amici del m.a.x. museo. Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto: sono questi gli otto nomi dei protagonisti scelti per la mostra, figure di grande rilievo nel mondo del graphic design. Tutti loro sono stati soggetti di mostre monografiche a Chiasso e quindi entrati negli annali del suo Centro Culturale; tre di questi hanno ad esso affidato il loro intero archivio (Heinz Waibl, Orio Galli e Vito Noto) composto da disegni, schizzi, bozzetti, prove di stampa, manifesti, dépliant, prototipi, etc., altri (come Lora Lamm e Bruno Monguzzi) hanno invece donato nuclei importanti che rappresentano temi centrali del loro operato in grado di catalizzare il dibattito internazionale sulla grafica. Grazie all’importante patrimonio che negli anni è andato costituendosi, il Centro Culturale Chiasso èdiventato un polo attrattivo a livello svizzero e internazionale per i temi legati alla grafica, al design e alla comunicazione visiva: gli archivi, nella loro articolazione di materiali e numero di opere, lo testimoniano anche attraverso l’importanza dei prestiti effettuati per esposizioni e istituzioni di chiara fama avvenute negli ultimi tempi. Con quattordici anni di attività museale pubblica (2010-2024), con il suo patrimonio artistico divenuto ormai identitario, il m.a.x. museo ha legato il suo nome anche a questa importantissima caratteristica di conservazione degli elaborati e dei materiali della grafica, che ne rafforza e al contempo ne concretizza la missione; oltre a ciò è unico nel suo genere nell’articolato panorama delle istituzioni cantonali. È un momento molto significativo per ricordare al pubblico, pur attraverso una selezione di opere, quanto questi Archivi rappresentino una notevole pagina nella storia della grafica, facendo di Chiasso un tassello essenziale nell’ambito della cultura del graphic design della cosiddetta cultura del “swiss design” nell’asse Nord-Sud fra Zurigo e Milano. Inaugurazione
sabato 8 giugno 2024, ore 18.00
presso il Cinema Teatro di Chiasso, in concomitanza con l’apertura del CIAG, Centro Internazionale d’Arte e Grafica Periodo espositivo
18.05.2024 – 22.09.2024 Chiusura estiva
dal 29 luglio al 19 agosto 2024 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2023/10/Vangi.jpg)
GIULIANO VANGI: IL DISEGNO
m.a.x. museo
Mostra a cura di Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna Cavadini.
Progetto di allestimento allo Spazio Officina di Mario Botta.
La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX e XXI secolo ed è focalizzata sull’opera del maestro fiorentino Giuliano Vangi (1931), con particolare riferimento allo studio del disegno e della grafica nello spazio, in rapporto alla scultura. L’artista elabora ed esprime i suoi sentimenti e impressioni usando un mezzo che unisce pensiero ed esecuzione: il disegno, il quale a sua volta si trasforma, alla fine del processo creativo, in scultura. La forza creativa di Vangi lo porta alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche dell’incisione tra cui l’acquaforte, il bulino, l’acquatinta e la puntasecca, tecnica da lui considerata ideale. Il segno o grapheion, come atto creativo e originale, lo induce a ridisegnare e rielaborare uno stesso tema più volte, in modo che la grafica esprima tutta la poetica dell’artista. Per arrivare a elaborare la propria arte, Vangi attinge direttamente dal vero, ed è in grado di trasmettere un suo codice intellettuale e sentimentale di grande levatura.
Allo Spazio Officina sono esposti più di cento disegni di studio a matita e china con biacca e acquarellature, di piccolo e grande formato, e una scultura in bronzo. In particolare, sarà esposta una selezione della sua produzione grafica a partire dal 1944, anno in cui inizia ad eseguire i disegni accademici, fino ad arrivare al 2023, con opere di grande valore emozionale: complessivamente, ottant’anni di attività artistica, il che rende questa mostra un unicum a livello espositivo. Una sezione della mostra sarà a Fondazione Villa Pontiggia a Breganzona, nel cui parco sono presenti due sculture di Vangi e una serie di disegni nel padiglione ligneo disegnato da Mario Botta. Giuliano Vangi fin da giovane dimostra una forte abilità artistica e una passione che lo portano a realizzare disegni intrisi di sapienza tecnica e formale. Egli si forma presso l’Istituto d’Arte Porta Romana e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Fin dagli esordi, si dedica completamente alla scultura, quale allievo di Bruno Innocenti. Dal 1950 al 1958 si trasferisce a Pesaro, dove insegna presso l’Istituto d’Arte della città. Nel 1959 si trasferisce a San Paolo del Brasile e si dedica alla ricerca astratta, lavorando su cristalli e metalli. Nel 1962 rientra in Italia e insegna all’Istituto d’Arte di Cantù. La sua produzione artistica viene esposta in mostra nel 1967 alla Strozzina di Palazzo Strozzi, evento cui seguirà una ricca serie di mostre in diverse città europee: Stoccarda, Monaco, Francoforte, Amburgo, Londra. Nel 1983 vince il premio dell’Accademia di San Luca e poi il premio Feltrinelli per la scultura all’Accademia dei Lincei. Nel 1988 porta per la prima volta le sue opere in Oriente in una mostra a Tokyo, presso la Gallery Universe. Nel 1994 è nominato Professore Onorario presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 2002 Vangi riceve il Praemium Imperiale per la scultura. All’artista, ormai di fama internazionale, viene dedicato a Mishima, in Giappone, gli un museo che espone un centinaio delle sue opere. Tra le numerose mostre personali realizzate, si ricordano quella a Firenze al Forte Belvedere nel 1995, agli Uffizi nel 2000, all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2002 e al Museo Hakone nel 2002, quella del 2011 con opere di diversi materiali e policromi in mostra al Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello, suo paese di origine. Nello stesso anno riceve il premio Giotto e l’Angelico. Nel 2022 ha esposto al Mart in una mostra dal titolo Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo. Inaugurazione
sabato 25 maggio 2024, ore 18.00
presso il Cinema Teatro Chiasso Periodo espositivo
26.05.2024 – 08.09.2024 Chiusura estiva
dal 29 luglio al 19 agosto 2024 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO ![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2023/10/3.jpg)
GIOVANNI PINTORI (1912-1999). Pubblicità come arte.
m.a.x. museo
Mostra a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini.
L’esposizione su Giovanni Pintori si inserisce nel filone dei maestri del “graphic design”. Il m.a.x. museo di Chiasso, in collaborazione con il MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, presenta una mostra su questo artista, indagandolo attraverso una sorta di “racconto grafico” ed evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. Queste ultime, sono sempre costruite in modo preciso e consapevole, pur inserite in un percorso dinamico e fluido. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, per dirlo con le parole di Paul Rand.
La mostra al m.a.x. museo ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che ne hanno caratterizzato la carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, al corporate identity, a logotipi per le imprese. In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico-cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie. Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano). Dopo aver frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand. Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti. Nel 1962 (due anni dopo la scomparsa di Adriano Olivetti) Pintori ottiene un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. Muore a Milano il 15 novembre del 1999 e lascia un archivio fotografico e documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980. Inaugurazione
domenica 6 ottobre 2024, ore 18.00 Periodo espositivo
7.10.2024 – 23.02.2025 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/05/2_LoraLamm.jpg)
ARCHIVI GRAFICI: Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto
m.a.x. museo
Mostra a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini L’esposizione presenta una selezione di circa 300 opere custodite negli importanti archivi grafici del Centro Culturale Chiasso. L’Archivio si è composto nel corso di questi anni grazie a lasciti di artisti, graphic designer svizzeri e italiani di fama internazionale, oltre che tramite acquisizioni di opere d’arte effettuate da amanti dell’arte e filantropi, nonché dall’associazione Amici del m.a.x. museo. Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto: sono questi gli otto nomi dei protagonisti scelti per la mostra, figure di grande rilievo nel mondo del graphic design. Tutti loro sono stati soggetti di mostre monografiche a Chiasso e quindi entrati negli annali del suo Centro Culturale; tre di questi hanno ad esso affidato il loro intero archivio (Heinz Waibl, Orio Galli e Vito Noto) composto da disegni, schizzi, bozzetti, prove di stampa, manifesti, dépliant, prototipi, etc., altri (come Lora Lamm e Bruno Monguzzi) hanno invece donato nuclei importanti che rappresentano temi centrali del loro operato in grado di catalizzare il dibattito internazionale sulla grafica. Grazie all’importante patrimonio che negli anni è andato costituendosi, il Centro Culturale Chiasso èdiventato un polo attrattivo a livello svizzero e internazionale per i temi legati alla grafica, al design e alla comunicazione visiva: gli archivi, nella loro articolazione di materiali e numero di opere, lo testimoniano anche attraverso l’importanza dei prestiti effettuati per esposizioni e istituzioni di chiara fama avvenute negli ultimi tempi. Con quattordici anni di attività museale pubblica (2010-2024), con il suo patrimonio artistico divenuto ormai identitario, il m.a.x. museo ha legato il suo nome anche a questa importantissima caratteristica di conservazione degli elaborati e dei materiali della grafica, che ne rafforza e al contempo ne concretizza la missione; oltre a ciò è unico nel suo genere nell’articolato panorama delle istituzioni cantonali. È un momento molto significativo per ricordare al pubblico, pur attraverso una selezione di opere, quanto questi Archivi rappresentino una notevole pagina nella storia della grafica, facendo di Chiasso un tassello essenziale nell’ambito della cultura del graphic design della cosiddetta cultura del “swiss design” nell’asse Nord-Sud fra Zurigo e Milano. Inaugurazione
sabato 8 giugno 2024, ore 18.00
presso il Cinema Teatro di Chiasso, in concomitanza con l’apertura del CIAG, Centro Internazionale d’Arte e Grafica Periodo espositivo
18.05.2024 – 22.09.2024 Chiusura estiva
dal 29 luglio al 19 agosto 2024 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2023/10/Vangi.jpg)
GIULIANO VANGI: IL DISEGNO
m.a.x. museo
Mostra a cura di Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna Cavadini.
Progetto di allestimento allo Spazio Officina di Mario Botta.
La mostra si inserisce nel filone dei maestri del XX e XXI secolo ed è focalizzata sull’opera del maestro fiorentino Giuliano Vangi (1931), con particolare riferimento allo studio del disegno e della grafica nello spazio, in rapporto alla scultura. L’artista elabora ed esprime i suoi sentimenti e impressioni usando un mezzo che unisce pensiero ed esecuzione: il disegno, il quale a sua volta si trasforma, alla fine del processo creativo, in scultura. La forza creativa di Vangi lo porta alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche dell’incisione tra cui l’acquaforte, il bulino, l’acquatinta e la puntasecca, tecnica da lui considerata ideale. Il segno o grapheion, come atto creativo e originale, lo induce a ridisegnare e rielaborare uno stesso tema più volte, in modo che la grafica esprima tutta la poetica dell’artista. Per arrivare a elaborare la propria arte, Vangi attinge direttamente dal vero, ed è in grado di trasmettere un suo codice intellettuale e sentimentale di grande levatura.
Allo Spazio Officina sono esposti più di cento disegni di studio a matita e china con biacca e acquarellature, di piccolo e grande formato, e una scultura in bronzo. In particolare, sarà esposta una selezione della sua produzione grafica a partire dal 1944, anno in cui inizia ad eseguire i disegni accademici, fino ad arrivare al 2023, con opere di grande valore emozionale: complessivamente, ottant’anni di attività artistica, il che rende questa mostra un unicum a livello espositivo. Una sezione della mostra sarà a Fondazione Villa Pontiggia a Breganzona, nel cui parco sono presenti due sculture di Vangi e una serie di disegni nel padiglione ligneo disegnato da Mario Botta. Giuliano Vangi fin da giovane dimostra una forte abilità artistica e una passione che lo portano a realizzare disegni intrisi di sapienza tecnica e formale. Egli si forma presso l’Istituto d’Arte Porta Romana e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Fin dagli esordi, si dedica completamente alla scultura, quale allievo di Bruno Innocenti. Dal 1950 al 1958 si trasferisce a Pesaro, dove insegna presso l’Istituto d’Arte della città. Nel 1959 si trasferisce a San Paolo del Brasile e si dedica alla ricerca astratta, lavorando su cristalli e metalli. Nel 1962 rientra in Italia e insegna all’Istituto d’Arte di Cantù. La sua produzione artistica viene esposta in mostra nel 1967 alla Strozzina di Palazzo Strozzi, evento cui seguirà una ricca serie di mostre in diverse città europee: Stoccarda, Monaco, Francoforte, Amburgo, Londra. Nel 1983 vince il premio dell’Accademia di San Luca e poi il premio Feltrinelli per la scultura all’Accademia dei Lincei. Nel 1988 porta per la prima volta le sue opere in Oriente in una mostra a Tokyo, presso la Gallery Universe. Nel 1994 è nominato Professore Onorario presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 2002 Vangi riceve il Praemium Imperiale per la scultura. All’artista, ormai di fama internazionale, viene dedicato a Mishima, in Giappone, gli un museo che espone un centinaio delle sue opere. Tra le numerose mostre personali realizzate, si ricordano quella a Firenze al Forte Belvedere nel 1995, agli Uffizi nel 2000, all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2002 e al Museo Hakone nel 2002, quella del 2011 con opere di diversi materiali e policromi in mostra al Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello, suo paese di origine. Nello stesso anno riceve il premio Giotto e l’Angelico. Nel 2022 ha esposto al Mart in una mostra dal titolo Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo. Inaugurazione
sabato 25 maggio 2024, ore 18.00
presso il Cinema Teatro Chiasso Periodo espositivo
26.05.2024 – 08.09.2024 Chiusura estiva
dal 29 luglio al 19 agosto 2024 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO ![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2023/10/3.jpg)
GIOVANNI PINTORI (1912-1999). Pubblicità come arte.
m.a.x. museo
Mostra a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini.
L’esposizione su Giovanni Pintori si inserisce nel filone dei maestri del “graphic design”. Il m.a.x. museo di Chiasso, in collaborazione con il MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, presenta una mostra su questo artista, indagandolo attraverso una sorta di “racconto grafico” ed evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. Queste ultime, sono sempre costruite in modo preciso e consapevole, pur inserite in un percorso dinamico e fluido. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, per dirlo con le parole di Paul Rand.
La mostra al m.a.x. museo ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che ne hanno caratterizzato la carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, al corporate identity, a logotipi per le imprese. In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico-cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie. Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano). Dopo aver frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand. Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti. Nel 1962 (due anni dopo la scomparsa di Adriano Olivetti) Pintori ottiene un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. Muore a Milano il 15 novembre del 1999 e lascia un archivio fotografico e documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980. Inaugurazione
domenica 6 ottobre 2024, ore 18.00 Periodo espositivo
7.10.2024 – 23.02.2025 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFO![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/03/trasparenti-00-2.jpg)
MUSEO DEL TRASPARENTE
Museo d’arte Mendrisio
I Trasparenti I “trasparenti” sono apparati effimeri connessi con le Processioni storiche di Mendrisio della Settimana Santa, documentate almeno dal XVII secolo. I primi grandi “archi luminosi” o “fanali” appesi sulle strade compaiono invece, come afferma in una lettera don Ambrogio Torriani, solo nel 1791. Quasi sicuramente fu il frate servita Antonio Maria Baroffio (1732-1798) del convento di San Giovanni a introdurre questa tradizione. Benché i “trasparenti” fossero da subito gestiti dai Servi di Maria e conservati nel Convento, furono sempre pagati da privati cittadini e, a partire dal 1794, anche dall’autorità municipale di Mendrisio, alla quale inoltre spettava il compito di organizzare il loro allestimento. Dalla soppressione del Convento nel 1852, fino ad oggi, il Comune di Mendrisio in qualità di proprietario di quasi tutte le opere – alcune delle quali ricevute successivamente in donazione dalle famiglie che li avevano commissionati – si è sempre preso carico di presentarli nelle strade del Borgo in occasione delle processioni della Settimana Santa. Tra il 1791 e il 1792 fu completata la prima serie delle così dette “porte”: lo stile evidente, le scritte e le date dipinte su alcuni telai, indicano in Giovanni Battista Bagutti di Rovio (1742-1823) l’autore, forse, di tutta la prima serie originale. Ciascuna facciata presentava una scena centrale affiancata da due figure di profeti, i cui testi erano collegati al soggetto rappresentato. Oltre alle scene della Passione di Cristo vi erano illustrati almeno due episodi della “Passione di Maria”. Negli stessi anni egli firma e data anche il gruppo delle 4 “lesene” sulla facciata di San Giovanni e la serie di 6 “vele” per la facciata del Convento di San Giovanni. Inoltre sono a lui attribuibili anche il “cartellone” sopra la porta della chiesa, l’arco con angioletti, i 4 “tempietti” con Profeti, e 4 serie di lampioni. Le prime opere documentate dopo quelle del Bagutti, sono una serie di 12 “fanali” che il Comune di Mendrisio paga nel 1838 ad Augusto Catenazzi, da collocarsi su “pali” lungo l’attuale Corso bello. Scomparsi, o non più identificabili quelli, nel 1949 un’analoga commissione incarica Mario Gilardi di eseguire altrettante “lanterne fisse” da collocare nel viale alberato che conduce alla chiesa di San Francesco dei cappuccini, all’estremità sud del percorso processionale. Tour virtuale delle processioni storiche Casa Croci L’architetto Antonio Croci (1823-1884) studiò architettura all’Accademia delle Belle Arti di Milano, dove si distinse vincendo il primo premio di un concorso in “Invenzione architettonica”.
Visse a lungo in Turchia, dove lavorò per la corte di Costantinopoli. Di lui e del suo lavoro ancora non si hanno molte certezze: l’archivio con i piani dei suoi studi, custodito da una lontana parente in quanto il Croci restò scapolo e non ebbe eredi diretti, fu mandato al macero; è quasi certo che abbia lavorato a più riprese per il Barone russo Von der Wies in particolare per la costruzione del castello di Valrose a Nizza terminato nel 1869; si occupò tra il 1861 e il 1865 della ristrutturazione della chiesa di San Giorgio a Ernen e della chiesa di Lax, sempre in Vallese nel 1874. L’anno successivo collaborò con Vincenzo Vela (scultore 1820-1891) al monumento equestre dedicato al Duca di Brunswick, mai realizzato, il cui modello è conservato al museo Vela di Ligornetto.
Dopo un lungo soggiorno in America Latina tra il 1871 e il 1872 a Buenos Aires, Antonio Croci venne incaricato dalla mendrisiense famiglia Bernasconi della realizzazione a Mendrisio di Villa Argentina.
Nel 1858 costruì a Mendrisio la propria abitazione (nota oggi come “Casa Croci”) sul pendio soleggiato chiamato Carlasch (ancora oggi si identifica con quel nome la stessa costruzione. Negli anni, altre costruzioni hanno assediato Casa Croci, originariamente solitaria, nascondendo pure lo stato di degrado cui era stata abbandonata. Fortunatamente, negli anni Settanta del secolo scorso si riscoprì il suo valore architettonico. Oggi, interamente e finemente ristrutturata, è integrata nel patrimonio del catalogo cantonale dei monumenti, ed è stata destinata a esposizioni temporanee.
Dal 2017 Casa Croci è sede del Museo del Trasparente e ospita una mostra permanente che consente di osservare da vicino, e durante tutto l’anno, i preziosi oggetti: al pianterreno una sezione è dedicata alle Processioni storiche e alla loro storia; al primo piano le varie tipologie che caratterizzano l’eccezionale apparato decorativo di “trasparenti”; al secondo piano una sezione dedicata ai problemi di esecuzione, conservazione e restauro. Tour virtuale del Museo del Trasparente Indirizzo
Casa Croci
Via Municipio
CH – 6850 Mendrisio Orari d’apertura
giovedì e sabato
14.00 – 18.00 Settimana Santa
da mercoledì a lunedì di Pasqua
10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 Giovedì e Venerdì Santo
10.00 – 20.30 Entrata gratuita![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2023/06/velamostra_1.jpg)
COLLEZIONE PRINCIPALE
Museo Vincenzo Vela
Il Museo Vincenzo Vela appartiene al novero delle più importanti case d’artista dell’Ottocento europeo. Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela (1820-91) all’apice della sua carriera e trasformata in museo pubblico dopo la sua donazione allo Stato elvetico, accanto alla gipsoteca monumentale di Vincenzo Vela, il museo conserva i lasciti dello scultore Lorenzo Vela (1812-97) e del pittore Spartaco Vela (1854-95), una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.
Arte e storia dell’Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d’arte totale. Ristrutturato interamente dall’architetto Mario Botta, il museo è ubicato ai piedi del Monte San Giorgio (patrimonio Unesco per l’umanità), a 500 m dal confine con l’Italia. Vi vengono organizzate regolarmente delle mostre temporanee.
Mostra permanente. Orari
martedì – venerdì
10.00 – 17.00 (gennaio – maggio)
10.00 – 18.00 (giugno – settembre)
10.00 – 17.00 (ottobre – novembre) sabato e domenica
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. >>> Informazioni su aperture e chiusure speciali![](https://museidartemendrisiotto.ch/wp-content/uploads/2024/03/SYLVA-GALLI.png)
SYLVA GALLI (1919 – 1943) E LE ARTISTE DEL SUO TEMPO
Pinacoteca Züst
Mostra a cura di Mariangela Agliati Ruggia e Giulio Foletti, con la collaborazione di Alessandra Brambilla. L’esposizione si inserisce nel filone delle rassegne dedicate alle donne artiste, tema al quale la Pinacoteca ha sempre riservato un’attenzione particolare, e intende raccogliere le principali opere realizzate da Sylva Galli, restituendo un’immagine a tutto tondo del suo percorso e mettendola a confronto con altre presenze attive negli stessi anni. Sylva Galli, originaria di Bioggio, sviluppa la sua carriera artistica su un breve arco di tempo a causa della prematura scomparsa a soli 23 anni.
Dopo una formazione alle Scuole di disegno di Lugano, frequenta il Technicum di Friborgo e l’Akademie Wabel, una scuola privata di nudo e di paesaggio aperta nel 1939 a Zurigo nello studio di Henry Wabel (1889-1981), orientando così la sua pittura anche all’esterno del territorio ticinese.
I generi da lei trattati vanno dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi, agli interni, ai nudi, nei quali esprime una vena artistica già matura nonostante la giovane età.
Due sue opere sono conservate nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze; le altre, ad eccezione di alcuni pezzi importanti di proprietà del Museo d’arte della Svizzera italiana, sono custodite ancora oggi dai discendenti. Ad esse è affiancata una selezione di dipinti realizzati da altre pittrici del suo tempo quale complemento e utile confronto.
La scelta è ricaduta su coloro che si sono dedicate all’attività artistica tentando di farne una professione, muovendo da studi non solo da autodidatta e partecipando ad esposizioni: Anna Baumann-Kienast, Regina Conti, Rosetta Leins, Margherita Osswald-Toppi, Irma Giudici Russo, Anita Nespoli, Anita Spinelli, Mariangela Rossi, Irma Bernasconi-Pannes, Adelaide Borsa. A Germaine e Simonetta Chiesa, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Chiesa, viene dedicata un’apposita sezione. In collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia, Bellinzona. Inaugurazione
domenica 24 marzo 2024, 17.00 Periodo espositivo
26.03.2024 – 8.09.2024 Orari
marzo-giugno e settembre
da martedì a venerdì:
9-12 / 14-17
sabato, domenica e festivi:
10-12 / 14-17 luglio e agosto
14-17 Chiuso il lunedì.* * Aperture speciali
Lunedì 1 aprile 2024, Pasquetta
Lunedì 20 maggio 2024, Lunedì di Pentecoste Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 8.-