LE MOSTRE
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- m.a.x. museo
- Museo d'arte Mendrisio
- Museo Vincenzo Vela
- Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
- Teatro dell'architettura Mendrisio

Museo d'arte Mendrisio
CESARE LUCCHINI. La terra trema.
Il Museo d’arte Mendrisio inaugura la stagione espositiva 2023 con una grande antologica dedicata al pittore ticinese Cesare Lucchini (1941). Nato a Bellinzona e tra gli artisti più importanti della sua generazione, Lucchini conclude la formazione nel 1965 all’Accademia di Belle arti di Brera a Milano, dove vive e lavora per i successivi vent’anni. Alla fine degli anni Ottanta, desideroso di entrare in contatto con la scena artistica e culturale tedesca, si trasferisce in Germania dove tiene a lungo un atelier a Düsseldorf e a Colonia. Oggi vive a lavora a Lugano. La mostra intende ripercorrere – per la prima volta a Mendrisio – i principali capitoli della straordinaria carriera di Lucchini, dagli esiti espressionisti degli anni Sessanta e Settanta all’influenza della Pop Art per arrivare al confronto con i Neue Wilden tedeschi. Particolare rilievo però è attribuito alla produzione più recente che rivela, con incredibile lucidità e altrettanto profonda poesia, un gesto sintetico nel tratteggiare la drammaticità del nostro mondo contemporaneo, da sempre inesauribile fonte iconografica da cui attingere. Inaugurazione sabato 25 marzo 2023 - ore 17.00 Periodo espositivo 26 marzo - 25 giugno 2023 Orari Martedì – venerdì 10.00-12.00 / 14.00-17.00 sabato – domenica e festivi 10.00-18.00 lunedì chiuso
Pinacoteca Züst
FILIPPO BOLDINI (1900-1989) nelle collezioni pubbliche luganesi con bozzetti inediti da una collezione privata
Mostra a cura di Alessandra Brambilla. Filippo Boldini (Paradiso 1900 - Lugano 1989) è un artista molto amato e collezionato alle nostre latitudini e a lui sono state dedicate mostre e pubblicazioni. La rassegna ripercorre l’intero percorso di Boldini, toccando tutti i temi da lui amati: fiori, nature morte, figure, temi religiosi, paesaggi, dalle opere degli anni Trenta, ancora di stampo naturalistico, alla fase “novecentista” e quindi a quella cubisteggiante, fino alle atmosfere soffuse e sfaldate degli anni Ottanta. I punti di riferimento a lui cari sono il Quattrocento toscano, Cézanne, Braque, ma anche Giorgio Morandi, il Novecento italiano e Carlo Carrà. Per la scelta delle opere si è deciso di effettuare una selezione dai ricchi fondi donati dal pittore alle collezioni pubbliche luganesi: circa duecentottanta dipinti e disegni al Comune di Paradiso, una ventina alla Città di Lugano e allo Stato, con l’integrazione di alcuni acquisti effettuati da questi ultimi. Nel catalogo pubblicato a corredo della mostra si presenta per la prima volta l’inventario completo e illustrato di questi lasciti. Si presentano inoltre sedici bozzetti da una collezione privata – quasi tutti inediti – da lui realizzati fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento che permettono di documentare un aspetto poco noto del suo lavoro, come la partecipazione a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici. Un’attività parallela alla pittura di cavalletto che, insieme ad altre occupazioni, quali la realizzazione di mosaici e rilievi, anche per monumenti funerari, o il restauro, ha contraddistinto buona parte del percorso artistico di molti artisti in decenni segnati da una difficile situazione congiunturale. Boldini conduce una vita appartata e tranquilla, lontano dalla mondanità, circondato dagli affetti familiari e dagli amici più fidati. Nel 1927 dall’unione con la moglie Marily nasce una figlia, Anna, detta familiarmente Annaly. La piccola viene ritratta a più riprese dal padre e a lei si è voluta dedicare in mostra un’intera sezione. Nel 1945 Annaly comincia a presentare i segni di quella malattia degenerativa che la porterà alla paralisi e alla morte ad appena ventisei anni, nel 1953, lasciando un segno indelebile nell’animo dell’affettuoso padre. Schivo, riservato, solitario, ma non isolato e, anzi, amante delle conversazioni con gli amici, Boldini costruisce nel corso della lunga vita una rete di solidi rapporti con critici, intellettuali, scrittori, pittori, scultori che apprezzano le sue qualità di uomo e di artista. Si è quindi voluto dedicare spazio alla ricostruzione di questo ambiente fatto di stima e condivisione rintracciando opere donate in segno di affetto a personaggi come Virgilio Gilardoni, Piero Bianconi, Adriano Soldini, Mario Agliati, Remo Beretta, Giorgio Orelli, Eros Bellinelli, Mario Barzaghini, Angelo e Pierre Casè, Giovanni Genucchi, solo per citarne alcuni. In molti casi sono presentate per la prima volta al pubblico. Periodo espositivo 2 aprile - 3 settembre 2023 Orari aprile-giugno e settembre da martedì a venerdì: 9.00-12.00 / 14.00-17.00 sabato, domenica e festivi: 10.00-12.00 / 14.00-17.00 luglio e agosto da martedì a domenica: 14.00-17.00 chiuso il lunedì (aperto il 10 aprile e 29 maggio)
Teatro dell'architettura
WHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princen.
Mostra a cura di Francesco Zanot. Pensata appositamente per gli spazi del Teatro dell’architettura Mendrisio, la mostra ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ è un progetto inedito che raccoglie i lavori fotografici di tre protagonisti della scena artistica internazionale che lavorano con la fotografia attraverso modalità e approcci diversi: Aglaia Konrad, Armin Linke e Bas Princen. Accostando circa 50 opere, realizzate dagli autori in luoghi e momenti differenti con scopi altrettanto eterogenei, la mostra esplora le intersezioni tra fotografia e architettura, spazio rappresentato e spazio espositivo. Nelle pratiche artistiche dei tre autori, lo spazio interno dell’inquadratura e quello esterno diventano oggetto di studio ma anche di radicale re-visione attraverso la mediazione della fotografia. Ogni opera o ciclo di opere mira infatti ad attivare nuove letture di soggetti già sottoposti a processi di rappresentazione e interpretazione, introducendo altri strati di significato che si intersecano con i precedenti. Anziché immortalare (una volta e per sempre), qui la fotografia innesca una reazione a catena di risignificazione almeno teoricamente senza fine. La fotografia riaccende e riavvia. È una questione di intersezioni, interazioni, sovrapposizioni, reazioni, interferenze. Nella serie fotografica Shaping Stones, Aglaia Konrad combina edifici di grandi architetti con altri anonimi, sia antichi sia contemporanei, uniti tra loro dall’utilizzo di uno stesso materiale e da una modalità di rappresentazione, la fotografia in bianco e nero, che consente di ottenere un amalgama tanto coerente quanto estraneo a qualsiasi categoria riconosciuta. Armin Linke preleva dal proprio archivio immagini preesistenti, scattate in tutto il mondo nell’arco della sua carriera. L’artista mescola tra loro queste immagini al fine di costituire una nuova narrazione che esula dal contesto di produzione originario, sfidando le nozioni stesse di cronologia, linearità, storia e uniformità. Bas Princen fotografa altre rappresentazioni, interrogandosi su quello che accade loro una volta che vengono duplicati e convertiti in un’immagine bi-dimensionale. Dettagli di elementi preesistenti, come ad esempio dipinti, oggetti, fotografie, solitamente colti nella loro complessità, sono sottoposti nell’opera di Princen a un ulteriore processo di interpretazione, dando vita a nuove immagini autonome in grado di distaccarsi da quelle di provenienza. L'artista mette inoltre in discussione la stessa bi-dimensionalità della fotografia attraverso una tecnica di stampa basata sul rilievo e dotata di un’insolita qualità scultorea. Il percorso espositivo, dislocato su due piani, si configura come una giustapposizione e ricombinazione delle opere, che si intrecciano tra loro per acquisire nuovi significati e letture. Se le opere di Bas Princen, stampate su carta di riso, danno rilievo e corpo alla fotografia, le immagini di Aglaia Konrad si adattano alla superficie della parete su cui sono applicate, mentre le fotografie di Armin Linke sfruttano le caratteristiche architettoniche dello spazio espositivo attraverso dispositivi che ne mettono in rilievo il ritmo, i materiali e la tecnica, stabilendo un dialogo che si risolve in una peculiare forma di 'coreografia installattiva’. ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ sfida qualsiasi tentativo di semplificazione della fotografia per esprimerne la complessità e la natura stratificata. Nel riflettere sul tema dell’abitare, le opere di questa mostra intrattengono a loro volta con il Teatro dell’Architettura di Mendrisio una relazione simile: non occupano semplicemente uno spazio, ma ne fanno la propria dimora. Periodo espositivo 7 aprile - 22 ottobre 2023 Orari martedì - venerdì 14.00 - 18.00 sabato - domenica 10.00 - 18.00 lunedì chiuso Chiusura estiva dal 17 luglio al 21 agosto 2023
m.a.x. museo
ORIO GALLI. Grafica e grafismi.
Mostra a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini. L’esposizione su Orio Galli si inserisce nel filone della “grafica contemporanea”. Il m.a.x. museo di Chiasso presenta la prima mostra antologica della cinquantennale carriera del designer Orio Galli (1941), grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico che ha saputo usare un registro linguistico personale volto a una ricerca estetica non disgiunta da un impegno etico e sociale. La cifra grafica di Galli sta nella continua dialettica fra segno libero e segno strutturato, fra informalità e geometria, tra improvvisazione e disciplina. La passione per la calligrafia e la gestualità porta Orio Galli a dare ai suoi lavori grafici una impronta spesso pittorica, con forte sensibilità cromatica. La mostra ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che hanno caratterizzato la sua notevole carriera che riguarda la creazione di manifesti, corporate identity, logo studiati per le imprese, stemmi per i Comuni del Cantone Ticino oltre che stampati ufficiali per la Confederazione elvetica, dépliant e brochure per enti turistici. In mostra sono esposti, organizzati in un criterio tematico-cronologico, oltre trecento pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, cartoline, pubblicazioni varie e libri d’artista. Orio Galli lega il suo nome al manifesto Ticino: terra d’artisti (1984), ma ricordiamo anche il premiato “cartellone pubblicitario” per il caffè Moretto (1970). Vince due volte il concorso de “I più bei libri svizzeri”, e grazie alla sua lunga collaborazione con l’editore Armando Dadò molte delle copertine dei suoi libri ottengono menzioni. Riceve inoltre nel 1977 il premio per il miglior prospetto turistico per le Processioni storiche di Mendrisio. Molti sono gli elaborati grafici svolti per la Confederazione, dai prospetti di votazione ai manifesti per il 700esimo. Tutto il corposo archivio grafico di Orio Galli è stato donato al m.a.x. museo: le opere sono quindi entrate a far parte della collezione d’arte del Centro Culturale Chiasso. Inaugurazione sabato 29 aprile 2023, ore 18:00 Periodo espositivo 30.04 - 08.10.2023 Orari martedì - domenica 10.00 - 12.00 / 14.00 - 18.00 lunedì chiuso
Teatro dell'architettura
SWISS ARCHITECTURAL AWARD 2022
L’esposizione documenta i lavori presentati per l’ottava edizione del Premio da 26 candidati provenienti da 14 Paesi, con un approfondimento specifico sulle opere della vincitrice Xu Tiantian, fondatrice dello studio DnA Design and Architecture (Cina). Le opere presentate da Xu Tiantian sono state descritte dalla loro autrice come interventi di “agopuntura” che mirano a rivitalizzare insediamenti storici o brani di paesaggio. Questi progetti, situati nelle contee di Songyang e Jinyun (un’area rurale della provincia di Zhejang (Cina) caratterizzata da un paesaggio per un verso preservato nella sua struttura tradizionale e per un altro minacciato dal processo di spopolamento indotto dalla migrazione dei più giovani nei centri urbani della regione), “hanno convinto la giuria per il felice connubio tra le istanze civiche che li animano (poiché volti a servire le comunità locali) e la qualità dell’architettura proposta, caratterizzata da una spiccata attenzione al contesto, da un’attitudine precisa e poetica al tempo stesso, e dall’operare al crocevia di scale e temi diversi, tra architettura e infrastruttura, tra permanente e effimero, tra riuso e nuovo intervento”. La mostra dedicata allo Swiss Architectural Award 2022 è promossa dall’Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana. Inaugurazione giovedì 4 maggio 2023, ore 19.00 Periodo espositivo 5 maggio - 22 ottobre 2023 Orari martedì – venerdì 14.00-18.00 sabato – domenica 10.00-18.00 lunedì chiuso Chiusura estiva dal 17 luglio al 21 agosto 2023
Museo d'arte Mendrisio
STEFANO SPINELLI. Se nel folto bosco.
Con l’esposizione di Stefano Spinelli il Museo d’arte Mendrisio inaugura l’ottava stagione di mostre fotografiche negli spazi di Casa Pessina a Ligornetto. Il progetto di Spinelli, intitolato Se nel folto del bosco una voce cercando mi ritrovo, presenta un’accurata selezione di immagini realizzate nell’ambito di un lavoro molto più ampio, iniziato durante il primo lockdown dovuto alla pandemia di coronavirus, quando per Spinelli, così come per molti, il bosco diventa uno spazio di fuga, un luogo selvatico dove ritrovare energia e lucidità di pensiero. Nelle sue immagini colpisce dapprima l’aspetto formale, la capacità di restituire uno spazio scandito ritmicamente dai tronchi e dai rami degli alberi, dall’alternarsi di piante e arbusti di specie diverse. Ma la ricerca di Spinelli non è rivolta unicamente alla sublimazione dell’impulso astratto insito in ogni ambiente figurativo: Spinelli pone lo spettatore al centro del bosco e ne amplifica la visione – come suggerisce il loro contorno irregolare, queste immagini risultano infatti dell’unione di più scatti – invitando a osservare il bosco in quanto ecosistema, una società interconnessa che silenziosamente si muove lungo il ciclo della vita. Inaugurazione Domenica 7 maggio, ore 11.00 Periodo espositivo 7.05 - 11.06.2023 Orari sabato e domenica 14.00-18.00 Indirizzo Via Apollonio Pessina 6 CH – 6853 Ligornetto Entrata gratuita.
m.a.x. museo
Le stanze dell’arte III. PREMIO GIOVANI ARTISTI 2023. Oblio fra passato e presente.
Mostra a cura di Marco Franciolli e Nicoletta Ossanna Cavadini. La mostra nasce a seguito dell’iniziativa Le Stanze dell’arte, ideata dalla Direzione del m.a.x. museo e promossa nello Spazio Officina a partire dal 2020, in seguito in una versione ampliata in partnership con i Rotary Club del Cantone Ticino. Il progetto prende il nome dal concetto di “stanza dell’arte” o “stanza d’artista“, inteso come spazio fisico ma anche concettuale, dell’interiorità e della creatività. L’obiettivo è quello di offrire a giovani artisti uno spazio per presentare le loro creazioni, valorizzando soprattutto i talenti presenti sul territorio. Dal punto di vista formale, il progetto espositivo scaturisce a seguito del superamento di un concorso promosso dal m.a.x. museo, Comune di Chiasso e Rotary Club, rivolto a giovani artisti nati fra il 1983 e il 2004, domiciliati nel Cantone Ticino o nel Cantone dei Grigioni e in possesso di un diploma di scuola in ambito artistico o iscritti in istituti di questo tipo. Il concorso ha come tema quello scelto dal Centro Culturale Chiasso per la stagione artistica ed espositiva del 2022-2023, ossia “oblio”, interpretato e declinato come ogni artista desidera e con la possibilità di esprimersi nelle tecniche più varie, dalla grafica alla pittura, dalla fotografia alla scultura, alla video-art, all’installazione, solo per citarne alcune. Il bando del concorso è pubblicato qui di seguito. Potranno partecipare all’esposizione coloro che supereranno la selezione, fatta in base alle valutazioni di una giuria di storici e critici d’arte e personalità del mondo della cultura. Fra i partecipanti saranno inoltre premiati tre artisti e le loro opere entreranno a far parte della collezione d’arte del m.a.x. museo. Al termine della mostra allo Spazio Officina, parte dell’esposizione, sulla base della scelta effettuata dai Rotary Club, aprirà i battenti in altre prestigiose sedi in Cantone Ticino, quali gallerie e spazi espositivi privati. Il valore aggiunto di questa sinergia consiste nell’offrire ai giovani l’opportunità di entrare a diretto contatto con il mercato dell’arte, esponendo anche in strutture dove le loro opere potranno essere acquistate da collezionisti. Inaugurazione sabato 27 maggio 2023, ore 18:00 (Spazio Officina) Periodo espositivo 28 maggio - 18 giugno 2023 Orari martedì − venerdì 14.00 – 18.00 sabato − domenica 10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 lunedì chiuso
Museo Vincenzo Vela
NATALE ALBISETTI (1862-1923), scultore.
Il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto accoglie dal 4 giugno al 5 novembre un’esposizione monografica dedicata a Natale Albisetti (Stabio 1863-1923), figura pressoché sconosciuta nel panorama della scultura svizzera fra Otto e Novecento, del quale ricorre nel 2023 il centenario della morte. Istituzione sensibile e aperta allo studio e alla valorizzazione del patrimonio scultoreo anche locale, il Museo conferma con questa mostra-dossier il proprio interesse verso la produzione di autori coevi a Vincenzo Vela, apparentemente «marginali», sebbene attivi in grossi cantieri pubblici al di fuori del contesto cantonale ticinese. Curata dalla direttrice Gianna A. Mina in collaborazione con Simona Ostinelli, autrice del primo studio sull’artista, la rassegna presenterà al pubblico, attraverso sezioni tematiche, una selezione rappresentativa soprattutto di modelli in gesso e progetti per sculture, ritratti e monumenti pubblici eseguiti da Albisetti su tutto l’arco della sua carriera. Le opere provengono principalmente dal cospicuo lascito dell’artista al Comune di Stabio, suo paese d’origine, che ha allestito nel 2018 un ambiente a lui dedicato, lo Spazio Albisetti. La quarantina di opere esposte illustreranno il percorso biografico e artistico di Albisetti nelle sue diverse peculiarità: dall’avvicinamento alla scultura sotto l’influsso di Vincenzo Vela alla formazione a Milano e a Parigi, dall’esordio espositivo nei «Salons» della «Ville Lumière» al successo conseguito all’Esposizione Universale del 1900, fino ai legami mai interrotti con la sua terra d’origine. Infatti, oltre che all’Obelisco di Bellinzona, realizzato nel 1903 per celebrare il primo centenario dell’entrata del Canton Ticino nella Confederazione, un’attenzione particolare verrà riservata alle opere scultoree che Albisetti ha eseguito per due edifici svizzeri fortemente simbolici: il Politecnico federale di Zurigo e Palazzo federale a Berna. Per l’occasione verrà pubblicata la prima monografia sullo scultore edita dal Museo nella collana «Saggi sulla scultura». Il volume sarà corredato di un regesto delle opere e di apparati biobibliografici. Inaugurazione domenica 4 giugno, ore 11.00 Periodo espositivo 4.6 - 5.11.2023 Orari martedì – domenica 10.00 - 18.00
m.a.x. museo
ORIO GALLI. Grafica e grafismi.
Mostra a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini. L’esposizione su Orio Galli si inserisce nel filone della “grafica contemporanea”. Il m.a.x. museo di Chiasso presenta la prima mostra antologica della cinquantennale carriera del designer Orio Galli (1941), grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico che ha saputo usare un registro linguistico personale volto a una ricerca estetica non disgiunta da un impegno etico e sociale. La cifra grafica di Galli sta nella continua dialettica fra segno libero e segno strutturato, fra informalità e geometria, tra improvvisazione e disciplina. La passione per la calligrafia e la gestualità porta Orio Galli a dare ai suoi lavori grafici una impronta spesso pittorica, con forte sensibilità cromatica. La mostra ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che hanno caratterizzato la sua notevole carriera che riguarda la creazione di manifesti, corporate identity, logo studiati per le imprese, stemmi per i Comuni del Cantone Ticino oltre che stampati ufficiali per la Confederazione elvetica, dépliant e brochure per enti turistici. In mostra sono esposti, organizzati in un criterio tematico-cronologico, oltre trecento pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, cartoline, pubblicazioni varie e libri d’artista. Orio Galli lega il suo nome al manifesto Ticino: terra d’artisti (1984), ma ricordiamo anche il premiato “cartellone pubblicitario” per il caffè Moretto (1970). Vince due volte il concorso de “I più bei libri svizzeri”, e grazie alla sua lunga collaborazione con l’editore Armando Dadò molte delle copertine dei suoi libri ottengono menzioni. Riceve inoltre nel 1977 il premio per il miglior prospetto turistico per le Processioni storiche di Mendrisio. Molti sono gli elaborati grafici svolti per la Confederazione, dai prospetti di votazione ai manifesti per il 700esimo. Tutto il corposo archivio grafico di Orio Galli è stato donato al m.a.x. museo: le opere sono quindi entrate a far parte della collezione d’arte del Centro Culturale Chiasso. Inaugurazione sabato 29 aprile 2023, ore 18:00 Periodo espositivo 30.04 - 08.10.2023 Orari martedì - domenica 10.00 - 12.00 / 14.00 - 18.00 lunedì chiuso
m.a.x. museo
Le stanze dell’arte III. PREMIO GIOVANI ARTISTI 2023. Oblio fra passato e presente.
Mostra a cura di Marco Franciolli e Nicoletta Ossanna Cavadini. La mostra nasce a seguito dell’iniziativa Le Stanze dell’arte, ideata dalla Direzione del m.a.x. museo e promossa nello Spazio Officina a partire dal 2020, in seguito in una versione ampliata in partnership con i Rotary Club del Cantone Ticino. Il progetto prende il nome dal concetto di “stanza dell’arte” o “stanza d’artista“, inteso come spazio fisico ma anche concettuale, dell’interiorità e della creatività. L’obiettivo è quello di offrire a giovani artisti uno spazio per presentare le loro creazioni, valorizzando soprattutto i talenti presenti sul territorio. Dal punto di vista formale, il progetto espositivo scaturisce a seguito del superamento di un concorso promosso dal m.a.x. museo, Comune di Chiasso e Rotary Club, rivolto a giovani artisti nati fra il 1983 e il 2004, domiciliati nel Cantone Ticino o nel Cantone dei Grigioni e in possesso di un diploma di scuola in ambito artistico o iscritti in istituti di questo tipo. Il concorso ha come tema quello scelto dal Centro Culturale Chiasso per la stagione artistica ed espositiva del 2022-2023, ossia “oblio”, interpretato e declinato come ogni artista desidera e con la possibilità di esprimersi nelle tecniche più varie, dalla grafica alla pittura, dalla fotografia alla scultura, alla video-art, all’installazione, solo per citarne alcune. Il bando del concorso è pubblicato qui di seguito. Potranno partecipare all’esposizione coloro che supereranno la selezione, fatta in base alle valutazioni di una giuria di storici e critici d’arte e personalità del mondo della cultura. Fra i partecipanti saranno inoltre premiati tre artisti e le loro opere entreranno a far parte della collezione d’arte del m.a.x. museo. Al termine della mostra allo Spazio Officina, parte dell’esposizione, sulla base della scelta effettuata dai Rotary Club, aprirà i battenti in altre prestigiose sedi in Cantone Ticino, quali gallerie e spazi espositivi privati. Il valore aggiunto di questa sinergia consiste nell’offrire ai giovani l’opportunità di entrare a diretto contatto con il mercato dell’arte, esponendo anche in strutture dove le loro opere potranno essere acquistate da collezionisti. Inaugurazione sabato 27 maggio 2023, ore 18:00 (Spazio Officina) Periodo espositivo 28 maggio - 18 giugno 2023 Orari martedì − venerdì 14.00 – 18.00 sabato − domenica 10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 lunedì chiuso
Museo d'arte Mendrisio
CESARE LUCCHINI. La terra trema.
Il Museo d’arte Mendrisio inaugura la stagione espositiva 2023 con una grande antologica dedicata al pittore ticinese Cesare Lucchini (1941). Nato a Bellinzona e tra gli artisti più importanti della sua generazione, Lucchini conclude la formazione nel 1965 all’Accademia di Belle arti di Brera a Milano, dove vive e lavora per i successivi vent’anni. Alla fine degli anni Ottanta, desideroso di entrare in contatto con la scena artistica e culturale tedesca, si trasferisce in Germania dove tiene a lungo un atelier a Düsseldorf e a Colonia. Oggi vive a lavora a Lugano. La mostra intende ripercorrere – per la prima volta a Mendrisio – i principali capitoli della straordinaria carriera di Lucchini, dagli esiti espressionisti degli anni Sessanta e Settanta all’influenza della Pop Art per arrivare al confronto con i Neue Wilden tedeschi. Particolare rilievo però è attribuito alla produzione più recente che rivela, con incredibile lucidità e altrettanto profonda poesia, un gesto sintetico nel tratteggiare la drammaticità del nostro mondo contemporaneo, da sempre inesauribile fonte iconografica da cui attingere. Inaugurazione sabato 25 marzo 2023 - ore 17.00 Periodo espositivo 26 marzo - 25 giugno 2023 Orari Martedì – venerdì 10.00-12.00 / 14.00-17.00 sabato – domenica e festivi 10.00-18.00 lunedì chiuso
Museo d'arte Mendrisio
STEFANO SPINELLI. Se nel folto bosco.
Con l’esposizione di Stefano Spinelli il Museo d’arte Mendrisio inaugura l’ottava stagione di mostre fotografiche negli spazi di Casa Pessina a Ligornetto. Il progetto di Spinelli, intitolato Se nel folto del bosco una voce cercando mi ritrovo, presenta un’accurata selezione di immagini realizzate nell’ambito di un lavoro molto più ampio, iniziato durante il primo lockdown dovuto alla pandemia di coronavirus, quando per Spinelli, così come per molti, il bosco diventa uno spazio di fuga, un luogo selvatico dove ritrovare energia e lucidità di pensiero. Nelle sue immagini colpisce dapprima l’aspetto formale, la capacità di restituire uno spazio scandito ritmicamente dai tronchi e dai rami degli alberi, dall’alternarsi di piante e arbusti di specie diverse. Ma la ricerca di Spinelli non è rivolta unicamente alla sublimazione dell’impulso astratto insito in ogni ambiente figurativo: Spinelli pone lo spettatore al centro del bosco e ne amplifica la visione – come suggerisce il loro contorno irregolare, queste immagini risultano infatti dell’unione di più scatti – invitando a osservare il bosco in quanto ecosistema, una società interconnessa che silenziosamente si muove lungo il ciclo della vita. Inaugurazione Domenica 7 maggio, ore 11.00 Periodo espositivo 7.05 - 11.06.2023 Orari sabato e domenica 14.00-18.00 Indirizzo Via Apollonio Pessina 6 CH – 6853 Ligornetto Entrata gratuita.
Museo Vincenzo Vela
NATALE ALBISETTI (1862-1923), scultore.
Il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto accoglie dal 4 giugno al 5 novembre un’esposizione monografica dedicata a Natale Albisetti (Stabio 1863-1923), figura pressoché sconosciuta nel panorama della scultura svizzera fra Otto e Novecento, del quale ricorre nel 2023 il centenario della morte. Istituzione sensibile e aperta allo studio e alla valorizzazione del patrimonio scultoreo anche locale, il Museo conferma con questa mostra-dossier il proprio interesse verso la produzione di autori coevi a Vincenzo Vela, apparentemente «marginali», sebbene attivi in grossi cantieri pubblici al di fuori del contesto cantonale ticinese. Curata dalla direttrice Gianna A. Mina in collaborazione con Simona Ostinelli, autrice del primo studio sull’artista, la rassegna presenterà al pubblico, attraverso sezioni tematiche, una selezione rappresentativa soprattutto di modelli in gesso e progetti per sculture, ritratti e monumenti pubblici eseguiti da Albisetti su tutto l’arco della sua carriera. Le opere provengono principalmente dal cospicuo lascito dell’artista al Comune di Stabio, suo paese d’origine, che ha allestito nel 2018 un ambiente a lui dedicato, lo Spazio Albisetti. La quarantina di opere esposte illustreranno il percorso biografico e artistico di Albisetti nelle sue diverse peculiarità: dall’avvicinamento alla scultura sotto l’influsso di Vincenzo Vela alla formazione a Milano e a Parigi, dall’esordio espositivo nei «Salons» della «Ville Lumière» al successo conseguito all’Esposizione Universale del 1900, fino ai legami mai interrotti con la sua terra d’origine. Infatti, oltre che all’Obelisco di Bellinzona, realizzato nel 1903 per celebrare il primo centenario dell’entrata del Canton Ticino nella Confederazione, un’attenzione particolare verrà riservata alle opere scultoree che Albisetti ha eseguito per due edifici svizzeri fortemente simbolici: il Politecnico federale di Zurigo e Palazzo federale a Berna. Per l’occasione verrà pubblicata la prima monografia sullo scultore edita dal Museo nella collana «Saggi sulla scultura». Il volume sarà corredato di un regesto delle opere e di apparati biobibliografici. Inaugurazione domenica 4 giugno, ore 11.00 Periodo espositivo 4.6 - 5.11.2023 Orari martedì – domenica 10.00 - 18.00
Pinacoteca Züst
FILIPPO BOLDINI (1900-1989) nelle collezioni pubbliche luganesi con bozzetti inediti da una collezione privata
Mostra a cura di Alessandra Brambilla. Filippo Boldini (Paradiso 1900 - Lugano 1989) è un artista molto amato e collezionato alle nostre latitudini e a lui sono state dedicate mostre e pubblicazioni. La rassegna ripercorre l’intero percorso di Boldini, toccando tutti i temi da lui amati: fiori, nature morte, figure, temi religiosi, paesaggi, dalle opere degli anni Trenta, ancora di stampo naturalistico, alla fase “novecentista” e quindi a quella cubisteggiante, fino alle atmosfere soffuse e sfaldate degli anni Ottanta. I punti di riferimento a lui cari sono il Quattrocento toscano, Cézanne, Braque, ma anche Giorgio Morandi, il Novecento italiano e Carlo Carrà. Per la scelta delle opere si è deciso di effettuare una selezione dai ricchi fondi donati dal pittore alle collezioni pubbliche luganesi: circa duecentottanta dipinti e disegni al Comune di Paradiso, una ventina alla Città di Lugano e allo Stato, con l’integrazione di alcuni acquisti effettuati da questi ultimi. Nel catalogo pubblicato a corredo della mostra si presenta per la prima volta l’inventario completo e illustrato di questi lasciti. Si presentano inoltre sedici bozzetti da una collezione privata – quasi tutti inediti – da lui realizzati fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento che permettono di documentare un aspetto poco noto del suo lavoro, come la partecipazione a concorsi per la decorazione murale di edifici pubblici. Un’attività parallela alla pittura di cavalletto che, insieme ad altre occupazioni, quali la realizzazione di mosaici e rilievi, anche per monumenti funerari, o il restauro, ha contraddistinto buona parte del percorso artistico di molti artisti in decenni segnati da una difficile situazione congiunturale. Boldini conduce una vita appartata e tranquilla, lontano dalla mondanità, circondato dagli affetti familiari e dagli amici più fidati. Nel 1927 dall’unione con la moglie Marily nasce una figlia, Anna, detta familiarmente Annaly. La piccola viene ritratta a più riprese dal padre e a lei si è voluta dedicare in mostra un’intera sezione. Nel 1945 Annaly comincia a presentare i segni di quella malattia degenerativa che la porterà alla paralisi e alla morte ad appena ventisei anni, nel 1953, lasciando un segno indelebile nell’animo dell’affettuoso padre. Schivo, riservato, solitario, ma non isolato e, anzi, amante delle conversazioni con gli amici, Boldini costruisce nel corso della lunga vita una rete di solidi rapporti con critici, intellettuali, scrittori, pittori, scultori che apprezzano le sue qualità di uomo e di artista. Si è quindi voluto dedicare spazio alla ricostruzione di questo ambiente fatto di stima e condivisione rintracciando opere donate in segno di affetto a personaggi come Virgilio Gilardoni, Piero Bianconi, Adriano Soldini, Mario Agliati, Remo Beretta, Giorgio Orelli, Eros Bellinelli, Mario Barzaghini, Angelo e Pierre Casè, Giovanni Genucchi, solo per citarne alcuni. In molti casi sono presentate per la prima volta al pubblico. Periodo espositivo 2 aprile - 3 settembre 2023 Orari aprile-giugno e settembre da martedì a venerdì: 9.00-12.00 / 14.00-17.00 sabato, domenica e festivi: 10.00-12.00 / 14.00-17.00 luglio e agosto da martedì a domenica: 14.00-17.00 chiuso il lunedì (aperto il 10 aprile e 29 maggio)
Teatro dell'architettura
WHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princen.
Mostra a cura di Francesco Zanot. Pensata appositamente per gli spazi del Teatro dell’architettura Mendrisio, la mostra ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ è un progetto inedito che raccoglie i lavori fotografici di tre protagonisti della scena artistica internazionale che lavorano con la fotografia attraverso modalità e approcci diversi: Aglaia Konrad, Armin Linke e Bas Princen. Accostando circa 50 opere, realizzate dagli autori in luoghi e momenti differenti con scopi altrettanto eterogenei, la mostra esplora le intersezioni tra fotografia e architettura, spazio rappresentato e spazio espositivo. Nelle pratiche artistiche dei tre autori, lo spazio interno dell’inquadratura e quello esterno diventano oggetto di studio ma anche di radicale re-visione attraverso la mediazione della fotografia. Ogni opera o ciclo di opere mira infatti ad attivare nuove letture di soggetti già sottoposti a processi di rappresentazione e interpretazione, introducendo altri strati di significato che si intersecano con i precedenti. Anziché immortalare (una volta e per sempre), qui la fotografia innesca una reazione a catena di risignificazione almeno teoricamente senza fine. La fotografia riaccende e riavvia. È una questione di intersezioni, interazioni, sovrapposizioni, reazioni, interferenze. Nella serie fotografica Shaping Stones, Aglaia Konrad combina edifici di grandi architetti con altri anonimi, sia antichi sia contemporanei, uniti tra loro dall’utilizzo di uno stesso materiale e da una modalità di rappresentazione, la fotografia in bianco e nero, che consente di ottenere un amalgama tanto coerente quanto estraneo a qualsiasi categoria riconosciuta. Armin Linke preleva dal proprio archivio immagini preesistenti, scattate in tutto il mondo nell’arco della sua carriera. L’artista mescola tra loro queste immagini al fine di costituire una nuova narrazione che esula dal contesto di produzione originario, sfidando le nozioni stesse di cronologia, linearità, storia e uniformità. Bas Princen fotografa altre rappresentazioni, interrogandosi su quello che accade loro una volta che vengono duplicati e convertiti in un’immagine bi-dimensionale. Dettagli di elementi preesistenti, come ad esempio dipinti, oggetti, fotografie, solitamente colti nella loro complessità, sono sottoposti nell’opera di Princen a un ulteriore processo di interpretazione, dando vita a nuove immagini autonome in grado di distaccarsi da quelle di provenienza. L'artista mette inoltre in discussione la stessa bi-dimensionalità della fotografia attraverso una tecnica di stampa basata sul rilievo e dotata di un’insolita qualità scultorea. Il percorso espositivo, dislocato su due piani, si configura come una giustapposizione e ricombinazione delle opere, che si intrecciano tra loro per acquisire nuovi significati e letture. Se le opere di Bas Princen, stampate su carta di riso, danno rilievo e corpo alla fotografia, le immagini di Aglaia Konrad si adattano alla superficie della parete su cui sono applicate, mentre le fotografie di Armin Linke sfruttano le caratteristiche architettoniche dello spazio espositivo attraverso dispositivi che ne mettono in rilievo il ritmo, i materiali e la tecnica, stabilendo un dialogo che si risolve in una peculiare forma di 'coreografia installattiva’. ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ sfida qualsiasi tentativo di semplificazione della fotografia per esprimerne la complessità e la natura stratificata. Nel riflettere sul tema dell’abitare, le opere di questa mostra intrattengono a loro volta con il Teatro dell’Architettura di Mendrisio una relazione simile: non occupano semplicemente uno spazio, ma ne fanno la propria dimora. Periodo espositivo 7 aprile - 22 ottobre 2023 Orari martedì - venerdì 14.00 - 18.00 sabato - domenica 10.00 - 18.00 lunedì chiuso Chiusura estiva dal 17 luglio al 21 agosto 2023
Teatro dell'architettura