DIE AUSSTELLUNGEN
- Tutte le mostre
- m.a.x. museo
- Museo d'arte Mendrisio
- Museo Vincenzo Vela
- Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
- Teatro dell'architettura Mendrisio
COLLEZIONE PRINCIPALE
Museo Vincenzo Vela
Il Museo Vincenzo Vela appartiene al novero delle più importanti case d’artista dell’Ottocento europeo. Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela (1820-91) all’apice della sua carriera e trasformata in museo pubblico dopo la sua donazione allo Stato elvetico, accanto alla gipsoteca monumentale di Vincenzo Vela, il museo conserva i lasciti dello scultore Lorenzo Vela (1812-97) e del pittore Spartaco Vela (1854-95), una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.
Arte e storia dell’Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d’arte totale. Ristrutturato interamente dall’architetto Mario Botta, il museo è ubicato ai piedi del Monte San Giorgio (patrimonio Unesco per l’umanità), a 500 m dal confine con l’Italia. Vi vengono organizzate regolarmente delle mostre temporanee.
Mostra permanente. Orari
martedì – venerdì
10.00 – 17.00 (gennaio – maggio)
10.00 – 18.00 (giugno – settembre)
10.00 – 17.00 (ottobre – novembre) sabato e domenica
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. >>> Informazioni su aperture e chiusure specialiTRANSPARENTES MUSEUM
Museo d’arte Mendrisio
Transparentfolien Bei den „Transparenten“ handelt es sich um ephemere Geräte, die mit den historischen Prozessionen der Karwoche in Mendrisio verbunden sind, die mindestens seit dem 17. Die ersten großen „leuchtenden Bögen“ oder „Laternen“, die auf den Straßen hingen, tauchten erst 1791 auf, wie Don Ambrogio Torriani in einem Brief schreibt. Mit ziemlicher Sicherheit war es der Servitenmönch Antonio Maria Baroffio (1732-1798) aus dem Kloster San Giovanni, der diese Tradition einführte. Obwohl die „Transparente“ sofort von den Dienerinnen Mariens verwaltet und im Kloster aufbewahrt wurden, wurden sie immer von Privatpersonen und ab 1794 auch von der Gemeinde Mendrisio bezahlt, die auch die Ausstellung organisierte. Seit der Aufhebung des Klosters im Jahr 1852 bis heute hat die Gemeinde Mendrisio als Eigentümerin fast aller Werke – von denen einige später von den Familien, die sie in Auftrag gegeben hatten, geschenkt wurden – stets dafür gesorgt, dass sie anlässlich der Prozessionen in der Karwoche in den Straßen des Borgo präsentiert wurden. Zwischen 1791 und 1792 wurde die erste Serie der so genannten „Türen“ fertiggestellt. Der offensichtliche Stil, die Inschriften und die auf einige der Rahmen gemalten Daten weisen auf Giovanni Battista Bagutti aus Rovio (1742-1823) als möglichen Autor der ersten Serie hin. Jede Fassade zeigte eine zentrale Szene, die von zwei Prophetenfiguren flankiert wurde, deren Texte sich auf das dargestellte Thema bezogen. Neben den Szenen aus der Passion Christi wurden auch mindestens zwei Episoden aus der „Passion Mariens“ illustriert. In denselben Jahren signierte und datierte er auch die Gruppe von 4 „Pilastern“ an der Fassade von San Giovanni und die Serie von 6 „Segeln“ für die Fassade des Konvents von San Giovanni. Ihm sind auch das „Plakat“ über der Kirchentür, der Bogen mit den Engeln, die 4 „Tempel“ mit den Propheten und die 4 Straßenlaternen zuzuschreiben. Die ersten dokumentierten Arbeiten nach Bagutti sind eine Reihe von 12 „Laternen“, die die Gemeinde Mendrisio 1838 an Augusto Catenazzi bezahlte, um sie auf „Masten“ entlang des heutigen Corso bello aufzustellen. Nachdem sie verschwunden oder nicht mehr identifizierbar waren, beauftragte eine ähnliche Kommission 1949 Mario Gilardi mit der Anfertigung ebenso vieler „fester Laternen“, die in der von Bäumen gesäumten Allee zur Kirche San Francesco dei Cappuccini am südlichen Ende des Prozessionsweges aufgestellt werden sollten. Virtual tour historischen Prozessionen Die Geschichte des Casa Croci Der Architekt Antonio Croci (1823-1884) studierte Architektur an der Accademia delle Belle Arti in Mailand, wo er den ersten Preis in einem Wettbewerb für „Architektonische Erfindung“ gewann. Er lebte lange Zeit in der Türkei, wo er für den Hof von Konstantinopel arbeitete. Das Archiv mit den Plänen seiner Ateliers, das von einem entfernten Verwandten aufbewahrt wurde, da Croci Junggeselle blieb und keine direkten Erben hatte, wurde verschrottet; es ist fast sicher, dass er mehrmals für den russischen Baron von der Wies arbeitete, insbesondere beim Bau des Schlosses Valrose in Nizza, das 1869 fertiggestellt wurde; zwischen 1861 und 1865 arbeitete er an der Renovierung der Kirche San Giorgio in Ernen und der Kirche von Lax, ebenfalls im Wallis, im Jahr 1874. Im folgenden Jahr arbeitete er mit Vincenzo Vela (Bildhauer 1820-1891) an dem dem Herzog von Braunschweig gewidmeten Reiterdenkmal, das nie gebaut wurde und dessen Modell im Vela-Museum in Ligornetto aufbewahrt wird.
Nach einem langen Aufenthalt in Lateinamerika zwischen 1871 und 1872 in Buenos Aires wurde Antonio Croci von der Familie Bernasconi aus Mendrisio mit dem Bau der Villa Argentina in Mendrisio beauftragt.
1858 baute er sein eigenes Haus in Mendrisio (heute als „Casa Croci“ bekannt) am sonnigen Hang namens Carlasch (das gleiche Gebäude trägt noch heute diesen Namen). Im Laufe der Jahre wurde die ursprünglich einsame Casa Croci von anderen Gebäuden umlagert, die den Verfall verbargen, dem sie preisgegeben worden war. Glücklicherweise wurde sein architektonischer Wert in den 1970er Jahren wiederentdeckt. Heute ist es vollständig und sorgfältig restauriert, gehört zum Erbe des kantonalen Denkmalschutzes und wurde für temporäre Ausstellungen genutzt.
Seit 2017 ist Casa Croci Sitz des Museo del Trasparente und beherbergt eine Dauerausstellung, die es den Besuchern ermöglicht, die wertvollen Objekte aus nächster Nähe und das ganze Jahr über zu betrachten: Im Erdgeschoss ist eine Abteilung den historischen Prozessionen und ihrer Geschichte gewidmet; im ersten Stock die verschiedenen Typologien, die den außergewöhnlichen dekorativen Apparat der „Transparenzen“ charakterisieren; im zweiten Stock eine Abteilung, die den Problemen der Ausführung, Konservierung und Restaurierung gewidmet ist. Virtual tour Transparentes Museum Adresse
Casa Croci
Via Municipio
CH – 6850 Mendrisio Öffnungszeiten
Donnerstag und Samstag
14.00 – 18.00 von 27 März bis 7 April 2024
10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 Giovedì e Venerdì Santo
10.00 – 20.30 Eintritt freiTONATIUH AMBROSETTI. Ti ho regalato un raggio di luce.
Museo d’arte Mendrisio
L’esposizione Ti ho regalato un raggio di luce riunisce un corpus eterogeno di opere realizzate da Tonatiuh Ambrosetti tra il 2012 e il 2024: immagini fotografiche, disegni a china e una scultura sono posti in dialogo per sviluppare una riflessione sul sentimento di vertigine inscindibile da qualsiasi tentativo di esplorare i poli entro i quali si colloca l’esperienza umana: il cosmo e l’inconscio, due vastità di cui ancora non si conoscono i confini e i cui parametri sono in continuo divenire.
Le sembianze misurate ed essenziali delle opere presentate contrastano con il lirismo del titolo scelto dall’artista per questo progetto. Questa oscillazione si riflette anche nell’approccio formale tramite il quale Ambrosetti dà vita alle sue creazioni: a volte nascono d’istinto, quasi per gioco, in altri casi sono frutto di espedienti tecnici studiati con estrema precisione. Ad accomunare tutti i lavori è la scelta di utilizzare materiali semplici per affrontare tematiche estremamente complesse.
La mostra si inserisce nel programma di eventi Swiss Photomonth 2024 promosso da Spectrum – Photography in Switzerland. Inaugurazione
sabato 14 settembre 2024, ore 18.00
presso Casa Pessina a Ligornetto Periodo espositivo
15.09.2024 – 10.11.2024 Orari
sabato-domenica
14.00 – 18.00 Entrata
Ingresso gratuito MAGGIORI INFOINGEBORG LÜSCHER. Il cielo ancorato alla terra.
Museo d’arte Mendrisio
Mostra a cura di Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi. Dal 6 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025 il Museo d’arte Mendrisio presenta la prima antologica in territorio ticinese dell’eclettica artista svizzero-germanica Ingeborg Lüscher (1936).
In oltre cinquant’anni di carriera, Ingeborg Lüscher si è imposta grazie alla sua opera multiforme come una delle figure di riferimento dell’orizzonte artistico contemporaneo. Dapprima attrice e in seguito artista poliedrica, istintiva e sperimentatrice, ha saputo catturare l’interesse della scena creativa esponendo in luoghi di grande prestigio, da documenta alla Biennale di Venezia. Le sue opere dimostrano un dialogo profondo con le principali frange avanguardiste del secondo dopoguerra e al tempo stesso testimoniano la distintiva autonomia e originalità di pensiero dell’artista.
Il cielo ancorato alla terra è una mostra il cui titolo rimanda a una dimensione tanto concreta quanto visionaria, rispecchiando le molteplici prospettive dell’intero percorso di Ingeborg Lüscher: un viaggio affascinante che consente al pubblico di riflettere, sorridere, sorprendersi. Inaugurazione
Sabato 5 ottobre 2024, ore 17.00 Periodo espositivo
6.10.2024 – 19.01.2025 Orari
martedì – venerdì
10.00 – 12.00 / 14.00 – 17.00
sabato, domenica e festivi
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 12.-
ridotto: CHF / € 10.- MAGGIORI INFOGIOVANNI PINTORI (1912-1999). Pubblicità come arte.
m.a.x. museo
Mostra a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini.
L’esposizione su Giovanni Pintori si inserisce nel filone dei maestri del “graphic design”. Il m.a.x. museo di Chiasso, in collaborazione con il MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, presenta una mostra su questo artista, indagandolo attraverso una sorta di “racconto grafico” ed evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. Queste ultime, sono sempre costruite in modo preciso e consapevole, pur inserite in un percorso dinamico e fluido. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, per dirlo con le parole di Paul Rand.
La mostra al m.a.x. museo ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che ne hanno caratterizzato la carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, al corporate identity, a logotipi per le imprese. In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico-cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie. Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano). Dopo aver frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand. Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti. Nel 1962 (due anni dopo la scomparsa di Adriano Olivetti) Pintori ottiene un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. Muore a Milano il 15 novembre del 1999 e lascia un archivio fotografico e documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980. Inaugurazione
domenica 6 ottobre 2024, ore 18.00 Periodo espositivo
7.10.2024 – 16.02.2025 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Aperture speciali
lunedì 7 ottobre 2024 – primo giorno di apertura della mostra
venerdì 1. novembre 2024 – Ognissanti
domenica 8 dicembre 2024 – Immacolata Concezione
giovedì 26 dicembre 2024 – S. Stefano
mercoledì 1. gennaio 2025 – Capodanno
lunedì 6 gennaio 2025 – Epifania Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFOCARLO BOSSOLI. Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente.
Pinacoteca Züst
Mostra a cura di Sergio Rebora con il coordinamento scientifico di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla. Bossoli (Lugano, 1815 – Torino, 1884) è stato, a cavallo della metà dell’Ottocento, uno degli artisti più apprezzati, e contesi, in Europa. Le sue vedute, i suoi quadri evocativi di vicende storiche, i suoi ritratti erano apprezzati da re – dai Savoia alla regina Vittoria –, principi, dalla migliore nobiltà e dalla borghesia più sofisticata. Chi non poteva permettersi i suoi olii, bellissimi, o le sue tempere, magistrali, ne acquistava sul mercato, soprattutto inglese, le riproduzioni. Editori londinesi pubblicarono l’album “The War in Italy” nel 1859, dove raccontava la Battaglia di Solferino e altri episodi della Guerra d’Indipendenza o “Wiew of the Crimea” (1853).
I Savoia, che lo elevarono a “Nostro pittore di storia”, gli commissionarono ben 150 tra tempere e litografie. Documentano le imprese ferroviarie del Regno, in particolare la nascita della Torino-Genova, ma anche altre vicende storiche. 105 tempere raccontano le guerre piemontesi e nazionali del 1859, 1860 e 1861, gli anni dell’Unità d’Italia. Bossoli è un pittore “girovago”. Si allontana ancora bambino, al seguito della famiglia, dalla natia Lugano, a Odessa. Qui a mettere gli occhi sul giovane artista sono il governatore, conte Michail Voroncov, e sua moglie Elizaveta, che per abbellire la città affidarono lavori di grande prestigio anche ad altre maestranze ticinesi. Nel 1840 torna in Italia, a Milano, artista già di fama; qui documenta, come un vero e proprio reporter, gli avvenimenti delle Cinque Giornate del marzo 1848. Nobili e ricchi borghesi gli commissionano vedute dei loro giardini e dei loro palazzi. È un artista di successo, che però non riesce a resistere a lungo in nessun luogo. Di Paesi ne percorre tanti: Inghilterra, Irlanda, Russia, Spagna, Marocco…. Sono gli anni in cui la vecchia Europa si lascia travolgere dalla magia dell’Oriente e dell’Esotico e lui sa ricreare quelle atmosfere sospese tra sogno, leggenda e realtà in modo perfetto, avendole vissute da vicino e amate.
A contestualizzare l’arte di Bossoli, nella sezione dedicata all’esotismo, sarà ricreata una period room con arredi “alla turca” dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis.
Dal 1853 risiede a Torino con la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo (Odessa, 1830 – Torino, 1912), anch’egli artista, a cui è dedicata una sezione in mostra. Qui costruisce un’affascinante dimora in stile orientaleggiante, a ricordo dei suoi numerosi viaggi.
Muore nella capitale piemontese ma, per sua esplicita richiesta, viene seppellito nel Cimitero di Lugano, la patria che nonostante la vita cosmopolita, non aveva mai smesso di frequentare e di amare. La mostra riunisce più di 100 opere dell’artista e di suo nipote, a documentare tutti i molteplici aspetti della sua arte. Sono prestiti concessi da istituzioni pubbliche italiane e svizzere e da importanti collezioni private. Molte sono esposte per la prima volta. Periodo espositivo
20.10.2024 – 23.02.2025 Orari
martedì – venerdì
9:00 – 12:00 / 14:00 – 17:00
sabato – domenica
10:00 – 12:00 / 14:00 – 18:00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF 10.-
ridotto: CHF 8.-
scuole, ragazzi fino a 16 anni: Gratuito MAGGIORI INFOGIOVANNI PINTORI (1912-1999). Pubblicità come arte.
m.a.x. museo
Mostra a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini.
L’esposizione su Giovanni Pintori si inserisce nel filone dei maestri del “graphic design”. Il m.a.x. museo di Chiasso, in collaborazione con il MAN – Museo d’Arte Provincia di Nuoro, presenta una mostra su questo artista, indagandolo attraverso una sorta di “racconto grafico” ed evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. Queste ultime, sono sempre costruite in modo preciso e consapevole, pur inserite in un percorso dinamico e fluido. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, per dirlo con le parole di Paul Rand.
La mostra al m.a.x. museo ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che ne hanno caratterizzato la carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, al corporate identity, a logotipi per le imprese. In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico-cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie. Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano). Dopo aver frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand. Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti. Nel 1962 (due anni dopo la scomparsa di Adriano Olivetti) Pintori ottiene un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. Muore a Milano il 15 novembre del 1999 e lascia un archivio fotografico e documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980. Inaugurazione
domenica 6 ottobre 2024, ore 18.00 Periodo espositivo
7.10.2024 – 16.02.2025 Orari
martedì − domenica
10.00 − 12.00 / 14.00 − 18.00 Chiuso il lunedì. Aperture speciali
lunedì 7 ottobre 2024 – primo giorno di apertura della mostra
venerdì 1. novembre 2024 – Ognissanti
domenica 8 dicembre 2024 – Immacolata Concezione
giovedì 26 dicembre 2024 – S. Stefano
mercoledì 1. gennaio 2025 – Capodanno
lunedì 6 gennaio 2025 – Epifania Entrata
intero: CHF / € 10.-
ridotto: CHF / € 7.-
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. MAGGIORI INFOTRANSPARENTES MUSEUM
Museo d’arte Mendrisio
Transparentfolien Bei den „Transparenten“ handelt es sich um ephemere Geräte, die mit den historischen Prozessionen der Karwoche in Mendrisio verbunden sind, die mindestens seit dem 17. Die ersten großen „leuchtenden Bögen“ oder „Laternen“, die auf den Straßen hingen, tauchten erst 1791 auf, wie Don Ambrogio Torriani in einem Brief schreibt. Mit ziemlicher Sicherheit war es der Servitenmönch Antonio Maria Baroffio (1732-1798) aus dem Kloster San Giovanni, der diese Tradition einführte. Obwohl die „Transparente“ sofort von den Dienerinnen Mariens verwaltet und im Kloster aufbewahrt wurden, wurden sie immer von Privatpersonen und ab 1794 auch von der Gemeinde Mendrisio bezahlt, die auch die Ausstellung organisierte. Seit der Aufhebung des Klosters im Jahr 1852 bis heute hat die Gemeinde Mendrisio als Eigentümerin fast aller Werke – von denen einige später von den Familien, die sie in Auftrag gegeben hatten, geschenkt wurden – stets dafür gesorgt, dass sie anlässlich der Prozessionen in der Karwoche in den Straßen des Borgo präsentiert wurden. Zwischen 1791 und 1792 wurde die erste Serie der so genannten „Türen“ fertiggestellt. Der offensichtliche Stil, die Inschriften und die auf einige der Rahmen gemalten Daten weisen auf Giovanni Battista Bagutti aus Rovio (1742-1823) als möglichen Autor der ersten Serie hin. Jede Fassade zeigte eine zentrale Szene, die von zwei Prophetenfiguren flankiert wurde, deren Texte sich auf das dargestellte Thema bezogen. Neben den Szenen aus der Passion Christi wurden auch mindestens zwei Episoden aus der „Passion Mariens“ illustriert. In denselben Jahren signierte und datierte er auch die Gruppe von 4 „Pilastern“ an der Fassade von San Giovanni und die Serie von 6 „Segeln“ für die Fassade des Konvents von San Giovanni. Ihm sind auch das „Plakat“ über der Kirchentür, der Bogen mit den Engeln, die 4 „Tempel“ mit den Propheten und die 4 Straßenlaternen zuzuschreiben. Die ersten dokumentierten Arbeiten nach Bagutti sind eine Reihe von 12 „Laternen“, die die Gemeinde Mendrisio 1838 an Augusto Catenazzi bezahlte, um sie auf „Masten“ entlang des heutigen Corso bello aufzustellen. Nachdem sie verschwunden oder nicht mehr identifizierbar waren, beauftragte eine ähnliche Kommission 1949 Mario Gilardi mit der Anfertigung ebenso vieler „fester Laternen“, die in der von Bäumen gesäumten Allee zur Kirche San Francesco dei Cappuccini am südlichen Ende des Prozessionsweges aufgestellt werden sollten. Virtual tour historischen Prozessionen Die Geschichte des Casa Croci Der Architekt Antonio Croci (1823-1884) studierte Architektur an der Accademia delle Belle Arti in Mailand, wo er den ersten Preis in einem Wettbewerb für „Architektonische Erfindung“ gewann. Er lebte lange Zeit in der Türkei, wo er für den Hof von Konstantinopel arbeitete. Das Archiv mit den Plänen seiner Ateliers, das von einem entfernten Verwandten aufbewahrt wurde, da Croci Junggeselle blieb und keine direkten Erben hatte, wurde verschrottet; es ist fast sicher, dass er mehrmals für den russischen Baron von der Wies arbeitete, insbesondere beim Bau des Schlosses Valrose in Nizza, das 1869 fertiggestellt wurde; zwischen 1861 und 1865 arbeitete er an der Renovierung der Kirche San Giorgio in Ernen und der Kirche von Lax, ebenfalls im Wallis, im Jahr 1874. Im folgenden Jahr arbeitete er mit Vincenzo Vela (Bildhauer 1820-1891) an dem dem Herzog von Braunschweig gewidmeten Reiterdenkmal, das nie gebaut wurde und dessen Modell im Vela-Museum in Ligornetto aufbewahrt wird.
Nach einem langen Aufenthalt in Lateinamerika zwischen 1871 und 1872 in Buenos Aires wurde Antonio Croci von der Familie Bernasconi aus Mendrisio mit dem Bau der Villa Argentina in Mendrisio beauftragt.
1858 baute er sein eigenes Haus in Mendrisio (heute als „Casa Croci“ bekannt) am sonnigen Hang namens Carlasch (das gleiche Gebäude trägt noch heute diesen Namen). Im Laufe der Jahre wurde die ursprünglich einsame Casa Croci von anderen Gebäuden umlagert, die den Verfall verbargen, dem sie preisgegeben worden war. Glücklicherweise wurde sein architektonischer Wert in den 1970er Jahren wiederentdeckt. Heute ist es vollständig und sorgfältig restauriert, gehört zum Erbe des kantonalen Denkmalschutzes und wurde für temporäre Ausstellungen genutzt.
Seit 2017 ist Casa Croci Sitz des Museo del Trasparente und beherbergt eine Dauerausstellung, die es den Besuchern ermöglicht, die wertvollen Objekte aus nächster Nähe und das ganze Jahr über zu betrachten: Im Erdgeschoss ist eine Abteilung den historischen Prozessionen und ihrer Geschichte gewidmet; im ersten Stock die verschiedenen Typologien, die den außergewöhnlichen dekorativen Apparat der „Transparenzen“ charakterisieren; im zweiten Stock eine Abteilung, die den Problemen der Ausführung, Konservierung und Restaurierung gewidmet ist. Virtual tour Transparentes Museum Adresse
Casa Croci
Via Municipio
CH – 6850 Mendrisio Öffnungszeiten
Donnerstag und Samstag
14.00 – 18.00 von 27 März bis 7 April 2024
10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00 Giovedì e Venerdì Santo
10.00 – 20.30 Eintritt freiTONATIUH AMBROSETTI. Ti ho regalato un raggio di luce.
Museo d’arte Mendrisio
L’esposizione Ti ho regalato un raggio di luce riunisce un corpus eterogeno di opere realizzate da Tonatiuh Ambrosetti tra il 2012 e il 2024: immagini fotografiche, disegni a china e una scultura sono posti in dialogo per sviluppare una riflessione sul sentimento di vertigine inscindibile da qualsiasi tentativo di esplorare i poli entro i quali si colloca l’esperienza umana: il cosmo e l’inconscio, due vastità di cui ancora non si conoscono i confini e i cui parametri sono in continuo divenire.
Le sembianze misurate ed essenziali delle opere presentate contrastano con il lirismo del titolo scelto dall’artista per questo progetto. Questa oscillazione si riflette anche nell’approccio formale tramite il quale Ambrosetti dà vita alle sue creazioni: a volte nascono d’istinto, quasi per gioco, in altri casi sono frutto di espedienti tecnici studiati con estrema precisione. Ad accomunare tutti i lavori è la scelta di utilizzare materiali semplici per affrontare tematiche estremamente complesse.
La mostra si inserisce nel programma di eventi Swiss Photomonth 2024 promosso da Spectrum – Photography in Switzerland. Inaugurazione
sabato 14 settembre 2024, ore 18.00
presso Casa Pessina a Ligornetto Periodo espositivo
15.09.2024 – 10.11.2024 Orari
sabato-domenica
14.00 – 18.00 Entrata
Ingresso gratuito MAGGIORI INFOINGEBORG LÜSCHER. Il cielo ancorato alla terra.
Museo d’arte Mendrisio
Mostra a cura di Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi. Dal 6 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025 il Museo d’arte Mendrisio presenta la prima antologica in territorio ticinese dell’eclettica artista svizzero-germanica Ingeborg Lüscher (1936).
In oltre cinquant’anni di carriera, Ingeborg Lüscher si è imposta grazie alla sua opera multiforme come una delle figure di riferimento dell’orizzonte artistico contemporaneo. Dapprima attrice e in seguito artista poliedrica, istintiva e sperimentatrice, ha saputo catturare l’interesse della scena creativa esponendo in luoghi di grande prestigio, da documenta alla Biennale di Venezia. Le sue opere dimostrano un dialogo profondo con le principali frange avanguardiste del secondo dopoguerra e al tempo stesso testimoniano la distintiva autonomia e originalità di pensiero dell’artista.
Il cielo ancorato alla terra è una mostra il cui titolo rimanda a una dimensione tanto concreta quanto visionaria, rispecchiando le molteplici prospettive dell’intero percorso di Ingeborg Lüscher: un viaggio affascinante che consente al pubblico di riflettere, sorridere, sorprendersi. Inaugurazione
Sabato 5 ottobre 2024, ore 17.00 Periodo espositivo
6.10.2024 – 19.01.2025 Orari
martedì – venerdì
10.00 – 12.00 / 14.00 – 17.00
sabato, domenica e festivi
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF / € 12.-
ridotto: CHF / € 10.- MAGGIORI INFOCOLLEZIONE PRINCIPALE
Museo Vincenzo Vela
Il Museo Vincenzo Vela appartiene al novero delle più importanti case d’artista dell’Ottocento europeo. Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela (1820-91) all’apice della sua carriera e trasformata in museo pubblico dopo la sua donazione allo Stato elvetico, accanto alla gipsoteca monumentale di Vincenzo Vela, il museo conserva i lasciti dello scultore Lorenzo Vela (1812-97) e del pittore Spartaco Vela (1854-95), una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.
Arte e storia dell’Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d’arte totale. Ristrutturato interamente dall’architetto Mario Botta, il museo è ubicato ai piedi del Monte San Giorgio (patrimonio Unesco per l’umanità), a 500 m dal confine con l’Italia. Vi vengono organizzate regolarmente delle mostre temporanee.
Mostra permanente. Orari
martedì – venerdì
10.00 – 17.00 (gennaio – maggio)
10.00 – 18.00 (giugno – settembre)
10.00 – 17.00 (ottobre – novembre) sabato e domenica
10.00 – 18.00 Chiuso il lunedì. >>> Informazioni su aperture e chiusure specialiCARLO BOSSOLI. Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente.
Pinacoteca Züst
Mostra a cura di Sergio Rebora con il coordinamento scientifico di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla. Bossoli (Lugano, 1815 – Torino, 1884) è stato, a cavallo della metà dell’Ottocento, uno degli artisti più apprezzati, e contesi, in Europa. Le sue vedute, i suoi quadri evocativi di vicende storiche, i suoi ritratti erano apprezzati da re – dai Savoia alla regina Vittoria –, principi, dalla migliore nobiltà e dalla borghesia più sofisticata. Chi non poteva permettersi i suoi olii, bellissimi, o le sue tempere, magistrali, ne acquistava sul mercato, soprattutto inglese, le riproduzioni. Editori londinesi pubblicarono l’album “The War in Italy” nel 1859, dove raccontava la Battaglia di Solferino e altri episodi della Guerra d’Indipendenza o “Wiew of the Crimea” (1853).
I Savoia, che lo elevarono a “Nostro pittore di storia”, gli commissionarono ben 150 tra tempere e litografie. Documentano le imprese ferroviarie del Regno, in particolare la nascita della Torino-Genova, ma anche altre vicende storiche. 105 tempere raccontano le guerre piemontesi e nazionali del 1859, 1860 e 1861, gli anni dell’Unità d’Italia. Bossoli è un pittore “girovago”. Si allontana ancora bambino, al seguito della famiglia, dalla natia Lugano, a Odessa. Qui a mettere gli occhi sul giovane artista sono il governatore, conte Michail Voroncov, e sua moglie Elizaveta, che per abbellire la città affidarono lavori di grande prestigio anche ad altre maestranze ticinesi. Nel 1840 torna in Italia, a Milano, artista già di fama; qui documenta, come un vero e proprio reporter, gli avvenimenti delle Cinque Giornate del marzo 1848. Nobili e ricchi borghesi gli commissionano vedute dei loro giardini e dei loro palazzi. È un artista di successo, che però non riesce a resistere a lungo in nessun luogo. Di Paesi ne percorre tanti: Inghilterra, Irlanda, Russia, Spagna, Marocco…. Sono gli anni in cui la vecchia Europa si lascia travolgere dalla magia dell’Oriente e dell’Esotico e lui sa ricreare quelle atmosfere sospese tra sogno, leggenda e realtà in modo perfetto, avendole vissute da vicino e amate.
A contestualizzare l’arte di Bossoli, nella sezione dedicata all’esotismo, sarà ricreata una period room con arredi “alla turca” dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis.
Dal 1853 risiede a Torino con la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo (Odessa, 1830 – Torino, 1912), anch’egli artista, a cui è dedicata una sezione in mostra. Qui costruisce un’affascinante dimora in stile orientaleggiante, a ricordo dei suoi numerosi viaggi.
Muore nella capitale piemontese ma, per sua esplicita richiesta, viene seppellito nel Cimitero di Lugano, la patria che nonostante la vita cosmopolita, non aveva mai smesso di frequentare e di amare. La mostra riunisce più di 100 opere dell’artista e di suo nipote, a documentare tutti i molteplici aspetti della sua arte. Sono prestiti concessi da istituzioni pubbliche italiane e svizzere e da importanti collezioni private. Molte sono esposte per la prima volta. Periodo espositivo
20.10.2024 – 23.02.2025 Orari
martedì – venerdì
9:00 – 12:00 / 14:00 – 17:00
sabato – domenica
10:00 – 12:00 / 14:00 – 18:00 Chiuso il lunedì. Entrata
intero: CHF 10.-
ridotto: CHF 8.-
scuole, ragazzi fino a 16 anni: Gratuito MAGGIORI INFO